La mia “writing routine” – una giornata per scrivere

Editor Gloria Macaluso

Molti scrittori affermano di non avere una routine, e devo ammettere che la questione mi ha sempre incuriosito. Come fanno a scrivere? Come inseriscono il tempo necessario alla scrittura fra le altre mille faccende di ogni giorno? Sarò io troppo tecnica e organizzata, ma la writing routine è un modo per definire il tempo che dedico alla mia passione e al mio lavoro. 

Gli scrittori, la maggior parte delle volte, si destreggiano tra una serie inevitabile di impegni, privati e lavorativi; a volte la scrittura è ancora un passione infruttuosa che ha bisogno di essere sostenuta da un’altra professione. In entrambi i casi, il tempo materiale per scrivere si riduce all’osso.

Una writing routine, cresciuta insieme a me e alla mia vita, mi ha salvata. Devo precisare che non è accaduto tutto in un giorno; non ho stabilito né dettato leggi a me stessa per creare una sorta di abitudine alla scrittura, ma ho sperimentato vari modi e metodi per accrescere e scandire meglio il tempo che le dedicavo.

Credo che il lavoro di scrittore (o qualsiasi lavoro autonomo, da freelance, da casa ecc) debba creare un forte senso di autogestione e responsabilità. Non esistono orari o cartellini da timbrare, per questo la capacità di ognuno di accortezza verso il proprio mestiere deve essere sviluppata ai massimi livelli.

Qui, vorrei descrivere gli step di una mia “giornata tipo”.

MATTINA

Solitamente, mi sveglio tra le 7:00 e le 8:00. A seconda dell’umore opto per un the o per un caffè nero forte. Svolto il rituale alla toilette, esco e vado a comprare il giornale. Adoro la bicicletta perciò, clima permettendo, arrivo alla piccola edicola del mio paese nel giro di 3 minuti. Ahimè, una scappata al tabacchino per il mio solito pacchetto di sigarette; un giro al mio café preferito, accompagnato da un saluto di rito al barista e a una chiacchierata con l’anziana signora di turno che mi dice «Che bella ragazza, peccato che non lavora». Lavoro, signora. Ma è un argomento abbastanza complicato da spiegare alle 9:00 del mattino.

Ritorno a casa, verso una ciotola di croccantini ai miei adorati gatti e mi siedo al computer. Leggo il giornale: nulla di nuovo. Per prima cosa, controllo le email dei clienti e mi assicuro che ogni lavoro di editing stia procedendo nei tempi stabiliti. Controllo le due agende (una per il lavoro e una personale), e i vari diari e quaderni di giardinaggio, scrittura, disegni e chi più ne ha, più ne metta.

Riprendo in mano il capitolo che avevo lasciato ad attendermi la sera precedente. Una frase è troncata a metà, come consigliava Hemingway. Controllo gli appunti su ciò che avrei dovuto scrivere dopo, ma la maggior parte delle volte non mi convincono più. Perciò cambio programma e mi metto a scrivere. Dita sulla tastiera e penna sopra il diario di scrittura.

Arriva mezzogiorno. Ho fame.

POMERIGGIO

Dopo gli spaghetti con la salsa e due o tre cioccolatini, è ora di occuparsi dei piatti nel lavandino. Lavoretti di casa e varie pulizie. Ascolto il telegiornale con il rumore dell’acqua dal rubinetto e lo spruzzo dello sgrassatore sui fornelli. Dopodiché, salto sul divano e scelgo qualche film da non guardare mentre sto con il telefono in mano. Controllo il blog, leggo gli articoli. Vari social e via dicendo. Si sono fatte le 14:00.

Torno nel mio studio. Altre due ore di scrittura, intervallate da molteplici sigarette e tazze di succo alla pesca. Probabilmente ho scritto meno di due pagine, ma va bene così.

L’ora dell’editing. Riprendo in mano i lavori che mi sono stati affidati. Compilo le schede di lettura e prendo appunti sui commenti da rimandare all’autore. Faccio qualche ricerca sul testo che sto correggendo, non sono sicura che le viole crescano in montagna. Appunto tutto.

Sono le 18:00. Il mio fidanzato è tornato dal lavoro. Un caffè insieme e mi racconta la sua giornata. Gli racconto la mia e leggo qualche frase fresca fresca. Non gli piace come suona. Bisticciamo. Poi mi consiglia una parola: “spropositato”. Wow, ha ragione lui, suona meglio. Mi segue nello studio, reggendo due bicchieri di vino. Lui controlla le sue chiamate, appunta l’agenda. Io programmo gli articoli per il blog.

Ho fame.

SERA

Dopo cena, una sana doccia. Accatasto i piatti nel lavandino per l’indomani. Torno al computer, il mio orario preferito. Scrivo senza fermarmi. Come si dice quando ti manca l’aria? Chiedo al mio gatto, accoccolato di lato del computer. 

Lascio una frase sul più bello e scrivo il seguito nel diario. Domani non mi piacerà più, già lo so. 

Ho sonno.

***

Conclusioni. Questa è la mia writing routine. Una giornata normale senza inconvenienti di alcun tipo la passo così. Questa sorta di rituale l’ho sviluppato con il tempo, inserendo i miei impegni tra una parola e l’altra. Ognuno ha uno stile di vita differente, quindi non è possibile prendere a modello quello di qualcun altro, ma è sempre meglio confrontare le idee.

Penso che ci sia bisogno di più aria nella vita di uno scrittore. Spezzare il tempo per la scrittura con quello per la quotidianità mi ha aiutato a trovare il giusto equilibrio tra entrambe le cose.

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Voi come utilizzate il vostro tempo per scrivere? Avete orari preferiti?

A presto, Gloria

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Qui, un articolo sullo scrivere di sé : Scrivo, dunque sono

Qui il mio precedente articolo: L’ispirazione vien scrivendo

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© Immagini Gloria Macaluso

47 risposte a “La mia “writing routine” – una giornata per scrivere”

  1. hai detto bene: è una passione infruttuosa, quindi ci sta che non ci sia una routine. Io lo vedo anche tra i blog ed i vlog: chi posta sempre e comunque lo fa perchè ci guadagna. Chi, come me, non ci guadagna può permettersi di fare pausa anche per un mese e di non avere alcuna routine. Ma tu parli di scrittori veri.

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    • Sono pienamente d’accordo con entrambi i tuoi commenti! Le esperienze, la vita in generale, è ciò di cui e per cui scriviamo. Ne ho parlato tanto nell’articolo sull’ispirazione. Credo che fare esperienze sia fondamentale. Nei limiti delle possibilità, io cerco sempre di trovare qualcosa di nuovo da fare, di uscire dalla mia confort zone. Mi aiuta tantissimo con la scrittura, oltre che arricchirmi come persona! Grazie per la tua opinione, è davvero importante per me! 🙂 A presto, Gloria

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    • Giustamente ognuno ha il suo modo di vivere! Per molti aspetti della vita nemmeno tende ad avere un’abitudine 🙂 Per la scrittura invece sì. Questo perché, oltre a lavorare come editor, scrivere per me è come prendere una boccata d’aria e devo farlo ogni giorno. Naturalmente quella che ho descritto è una giornata tipo, anch’io ho degli imprevisti! 😀 Ma cerco sempre di mantenere una certa stabilità, almeno per la scrittura! Grazie per il tuo commento! A presto, Gloria

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  2. Farò finta che tu non abbia l’Apple XD
    Il resto è interessante, soprattutto la postazione e i mici.
    Io niente routine: scrivo quando posso e ne ho voglia.

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  3. Cara Gloria, tu hai una routine perché evidentemente ne hai sentito la necessità, ma soprattutto perché scrivi per vivere, o vivi per scrivere, non so. E probabilmente tutti gli scrittori di professione lo fanno, soprattutto chi non ha ancora una famiglia da gestire. Ma chi scrive solo per passione si ritaglia il tempo che può ed è già contento così. Non ci sono ricette valide per tutti, e per chi scrive poesie è ancora peggio, perché l’ispirazione arriva quando vuole.

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    • Sono pienamente d’accordo! Infatti nell’articolo specifico più volte che ognuno ha uno stile di vita differente!
      Scrivo per vivere e vivo per scrivere, entrambi i casi. Ho una famiglia anche io e anche io vivo periodi pieni di impegni in cui non riesco a seguire la routine che ho descritto! Molto spesso, però, la mia giornata è proprio come l’ho scritta e per questo devo ringraziare il cielo!
      Grazie per il commento ☺️
      Gloria

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  4. Io non potrei seguirla, una writing routine… nella mia routine quotidiana entra quasi tutto, ma tutto ad orari indefiniti, quando me la sento io… sono capace di scrivere un post in venti minuti, e altri post in tre mesi…

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  5. Devo dire che in Inghilterra me la cavavo meglio con la routine. Al di là della sveglia, che la mia era proprio scandalosa, di mattina mi occupavo del blog e del diario di viaggio, mentre il pomeriggio, dopo una visita in città, mi rintanavo in qualche caffetteria a scrivere. La sera non ci riesco proprio, né tanto meno la notte. In tutta la mia vita scrittevole, credo di aver scritto di sera meno di cinque volte!

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  6. Buongiorno Gloria, ho visto che sei passata già alcune volte da una delle mie parti così vengo a fare un’occhiata anch’io.
    Mi chiedo perché mi leggi, io non possiedo nessuna delle caratteristiche che servono a chi fa della scrittura un’attività seria e di lavoro.
    Non ho tempi programmati, strategie preordinate…Forse ho argomenti preferiti ma finisce lì:l’unica cosa che posso dire qui, sperando di non infastidire nessuno e di non essere frainteso, è che scrivo da bambino come un fatto fisiologico. Anche quando penso scrivo nella mia testa, immagino cioè la frase scritta nero su bianco, ho fatto così da sempre. Amo la scrittura e credo essa discenda dalla abitudine a leggere, in questo sono stato fortunato, avevo una ricca biblioteca in famiglia e i miei erano insegnanti. Rispetto ai coetanei milanesi degli anni 60 avevo opportunità di lettura molto più grandi, poi la vita ha fatto il resto.
    Se vuoi veramente dare uno sguardo ai testi “interi” clicca sul link del blog L’ASSENZA che trovi sulle pagine di palpebre e suoni. Personalmente io credo di aver chiuso con i blog, troppi anni in questo ambiente, troppi blog e soprattutto troppe noie. Grazie per l’attenzione.

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    • Caro Enzo,
      Mi chiedi come mai leggo i tuoni articoli?
      Be’, sono dell’idea che le cose più distanti da noi debbano essere approfondite. Parlo proprio di testi così differenti da quelli che di solito leggo e scrivo.
      Non esiste una ricetta perfetta, quindi anche se non hai “abitudini”, ma la scrittura è una passione, allora non importa possedere le “caratteristiche idonee”!
      Non vuoi più fare blogging? Ma scriverai ancora?
      Grazie a te per aver condiviso il tuo pensiero! ☺️

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      • Gloria, praticamente ho smesso di Fare bloggin da un anno, quello che leggi sui miei blog è tutta produzione del passato
        anche di vari decenni fa riportata poi in rete). Vorrei scrivere ancora… ma non so ancora come e dove. Grazie a te.

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      • Spero che tu possa ritrovare l’ispirazione!
        Se non sono indiscreta, ti consiglio di passare sul mio sito (trovi il link negli articoli).
        Credo che l’editing possa aiutare a ricominciare a scrivere, poiché dà una visione nuova! Io offro una prova gratuita, se ti va, sarò lieta di leggere altro di tuo!
        A presto e grazie ancora!
        Gloria

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  7. Ciao Gloria , anche a me piace al mattino andare al mio bar preferito e leggermi il giornali cartacei gratis . Sono così gentili con me che mi hanno dato pure il permesso anche di fotografare il locale 😀 Ormai mi conoscono tutti in paese. Non sono una scrittrice, ma io scrivo solo quando ho l’ispirazione su quaderni e diari, tipo a volte anche alle 4 del mattino oppure quando sono seduta in una panchina al parco . Vivo in sintonia con la macchina fotografica, lo tengo sul comodino della camera da letto e le do pure il buonanotte 😴

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    • È capitato spesso anche a me di sentire l’impulso di scrivere nei momenti meno opportuni!
      Adoro leggere il giornale al bar, mi fa sentire parte di qualcosa ☺️
      La passione per la fotografia la coltiva anche mio padre, io non sono mai stata brava ma adoro vedere lui!

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  8. vorrei poter programmare degli orari e riuscire a rispettarli ma alla fine chi decide l’agenda sono i tre figli….

    per cui rimane l’ispirazione e l’istinto e debbo dire che a volte mi trovo a scrivere con una mano sola mentre con l’altra addormento la piccola Edda…

    complimenti Gloria

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    • Io non ho figli e non so come farò a scrivere quando li avrò! Ma spero che mi diano coraggio e ispirazione ☺️
      L’immagine di te che culli tua figlia con una mano e con l’altra scrivi è davvero molto dolce!
      Grazie a te!
      A presto 😊

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  9. Purtroppo solo chi scrive di mestiere può permettersi il lusso di una routine. Chi è costretto a fare un “day job” può solo sperare nei ritagli di tempo. Ma questo non dev’essere una lamentela, piuttosto un obiettivo da raggiungere di modo da fare della scrittura il proprio unico mestiere.
    La domanda più importante però è: una volta raggiunto questo obiettivo, sarò in grado di mantenere una routine? Ma questa è un’altra storia… 😀

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    • Ciao Chris!
      Sono d’accordo con te! La routine si mantiene solo con l’esercizio, senza che diventi un obbligo! Io amo avere degli orari dedicati alla scrittura, perciò mi ritengo fortunatissima!
      Un caro saluto!
      Gloria

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  10. Io non ho una routine metodica di scruttura quotidiana. Non sono proprio il tipo da decidere ora e luogo. Questo perchè seguo solo l’ispirazione e questa può venire nei posti più impensabili.

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    • Sono d’accordo con te, anche se devo ammettere che penso che l’ispirazione vada sempre aiutata, spinta un pochettino, poiché i casi di fulminazione improvvisa sono sempre troppo pochi, ahimè!
      La tua professione è questa? Scrittrice?
      Come hai letto, la mia routine è più uno stile di vita e non esistono veri e propri orari stabiliti!
      Io adoro sapere che c’è del tempo dedicato alla scrittura, che nella mia giornata potrò dedicarmi solo a lei!
      Come ti comporti quando senti l’ispirazione? Ti porti dietro un quaderno o un tablet per appuntare le idee?
      Dipende soprattutto dal tipo di progetto: un romanzo è più impegnativo e l’ispirazione improvvisa difficilmente lo conclude, capita più spesso con i racconti o le poesie ☺️
      Mi incuriosisce ciò che hai detto, fammi sapere!
      A presto,
      Gloria

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      • Diciamo che l’hanno fatta diventare gli altri la mia professione perchè il mio vero lavoro è l’arte, solo che nel posto dove vivo adesso non posso esercitarlo e quindi ho trovato un compromesso.
        Per quanto riguarda lo scrivere seguendo l’ispirazione, io tengo sempre in borsa il famoso taccuino, ne tengo uno sul comodino, lo tengo in bagno e ne porto uno sempre appresso.
        Poi magari se sono in cucina cerco un figlietto, o scrivo su quello che mi capita a tiro. Per scrivere un romanzo intero ci vuole resistenza fisica, è come un’impresa e non è per niente facile. A volte ho scritto di notte, a volte di mattina prresto, a volte non mangio, e guarda farei proprio a meno di scrivere ma è una specie di maledizione per me. Una cosa che è iniziata quando ero piccola, prima l’arte e dopo la scrittura, tutt’e due mi hanno salvato la vita.
        Io non progetto mai quello che scrivo, non decido i personaggi e non decido nulla, viene tutto fuori così, senza che io sappia niente prima. Inizio e basta. Dopo spesso nemmeno mi ricordo di quello che ho scritto oppure ho creato. E’ come una specie di trance per me. Anche con le poesie che scrivo qui è così. Arrivano da sole e non decido niente io, scelgo solo l’immagine, il resto lo fanno tutto da sole le parole, escono come un flusso indipendente.

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      • È un’idea davvero poetica dell’artista e mi piace molto! Io non sono come te, certo l’ispirazione mi arriva nei momenti meno opportuni e, certo, trascino con me taccuini e quadernetti di ogni tipo, ma preferisco strutturate e progettare, sono fatta così! Devo dire che lavoro principalmente su romanzi (sia come scrittrice che come editor), quindi per me la progettazione è la strada migliore!
        Mi piace anche l’immagine della scrittura come “maledizione”; a volte mi capita, ma più spesso è un desiderio irrefrenabile, una liberazione.
        Grazie per aver condiviso questo bel pensiero!

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