Una giornata da scrittrice – gli appunti

«Qualcuno ci sorveglia mentre scriviamo. La madre. Il maestro. Shakespeare. Dio», scrive Martin Amis agli inizi degli anni ’90.

Questa affermazione mi ha sempre tormentata. Qualcuno ci osserva, è vero. Qualcosa al di fuori di noi stessi che però ci appartiene come ci appartengono i nostri occhi. Per questo motivo ho sempre guardato alla scrittura come un mestiere, qualcosa che si deve fare bene, anche se si è in pigiama o ubriachi. 

Quando scrivo, i miei appunti sono un’elisir di sicurezza; mi comporto come se stessi studiando per un esame universitario: massima diligenza, ottima concentrazione e alto livello d’ansia. 

Gli appunti sono i miei migliori amici: fogli, quaderni, raccoglitori, diari, note a margine di qualche manuale, dizionari, interi romanzi, disegni… Insomma, per me gli appunti possono avere qualsiasi forma, basta che siano utili e, sopratutto, utilizzati. 

In questo articolo, vi mostrerò il modo in cui utilizzo gli appunti, cercando di sfruttarli al meglio e di non farmi “imbavagliare” dalle mie stesse idee (se alle due del mattino ho scritto che sarebbe interessante se la mia protagonista incontrasse un coleottero, be’… posso anche cambiare idea!).

TIPOLOGIE DI APPUNTI

Mi ritengo assolutamente ossessionata da qualsiasi cosa sia fatta di carta o a forma di carta o che ricordi vagamente la forma della carta. Credo di possedere una trentina di block notes, dieci quaderni formato A5 dalla copertina rigida e due o tre formato A4, un abbondante numero di raccoglitori e un’infinita quantità di taccuini. È una dipendenza, lo ammetto. Quando si tira in ballo lorganizzazione, ne sono cosciente, si potrebbe pensare che una moltitudine di materiali per appunti risulti controproducente, ma non è così.

Ho un taccuino per ogni passione: il taccuino dei fiori, quello delle idee, quello dell’interior design. Il taccuino per le frasi celebri, il taccuino per il flusso di coscienza, il bullet journal, il taccuino per l’organizzazione del blog, quello per gli incantesimi (ah, sono un’appassionata di magia; non che io la pratichi, ma serve al mio romanzo), il taccuino per i disegni, il taccuino dei voti ai libri che ho letto… Be’, mi sono spiegata.

Editor Gloria MacalusoEditor Gloria MacalusoEditor Gloria Macaluso

Editor Gloria Macaluso

Oltre alla moltitudine di taccuini delle passioni, ne posseggo quattro (solo quattro?) atti esclusivamente all’architettura del mio romanzo:

  • Il raccoglitore. I fogli volanti, quelli che la mia professoressa di psicologia tanto odiava, sono i miei preferiti. Li posso staccare, riattaccare, incollare, strappare e così via. In questo raccoglitore raggruppo i capitoli stampati della prima stesura del mio romanzo e li correggo a mano, rileggendoli in ordine sparso. Oltre ai capitoli, nel raccoglitore si trovano i calendari (che scandiscono il tempo della trama), le grosse modifiche da inserire una volta terminato il romanzo e una serie di appunti riguardanti parole o modi di dire che potrebbero rivelarsi utili. Nel raccoglitore conservo anche la mappa dell’ambientazione del mio romanzo e i disegni dei luoghi più utilizzati, le schede del personaggio, le scalette narrativa, le tabelle delle modifiche, gli schemi di spiegazione eccetera.
  • Il quaderno. Il quaderno è stato il mio primo attrezzo d’architettura. In esso sono contenute le idee iniziali, il canovaccio, una lista di nomi (animali, oggetti, nomi propri) e una lista di festività e tradizioni che ho strutturato ad hoc per l’ambientazione.
  • Il blu. Sì, si chiama blu proprio perché è blu. Questo è il mio preferito: il taccuino delle idee, una sorta di libro a sé che contiene disegni, scrittura, spiegazioni sul romanzo e che compilo o vado a rileggere nei momenti più “bui” della mia scrittura, cioè quando non so più cosa scrivere.
  • Il vintage. Questo piccolo quaderno verde, invece, è più strutturato e analizza ogni aspetto della trama e dei personaggi: perché lui ha fatto quello, cosa c’entra lei con questo e così via. Lo utilizzo quando le idee si formano chiare nella mia mente e lo vado a rileggere quando “perdo’ alcuni dettagli.
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Il raccoglitore
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Il vintage
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Il blu
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Il quaderno

Ah, oltre a questi pochi e semplici “attrezzi del mestiere”, la mia usuale postazione di scrittura – la scrivania – è contornata da una parete in cui appendo tutte le informazioni che mi sono subito necessarie: i collegamenti tra i personaggi, i nomi di tutti i personaggi, gli orari di apertura dei luoghi della mia ambientazione e via dicendo.

COME E QUANDO UTILIZZO LE ANNOTAZIONI

Quando mi siedo alla scrivania o nei pochi posti che riservo alla scrittura, per prima cosa controllo a che punto avevo lasciato la storia. Una frase a metà, come ho già detto in questo articolo, La mia “writing routine” – una giornata per scrivere, che modifico la maggior parte delle volte. Dopodiché inizio a sfogliare il raccoglitore per ricordarmi com’era fatta quella casa o quel parco, come si chiamava quel personaggio o in che modo il mio protagonista aveva scoperto quella determinata cosa.

Il raccoglitore è sempre presente, ovunque io mi trovi. Il blu, invece, lo appunto in separata sede, quando mi vengono in mente le idee, anche se poi non vedranno mai la luce.

Il quaderno è stazionato sulla mia scrivania e mi serve quando devo ripescare le basi del romanzo: appunti iniziali, piccoli accorgimenti e vecchi disegni. Per il vintage, invece, ho un luogo dedicato: il vecchio vassoio da letto di mia nonna che è diventato un piccolo angolo in cui scrivere comodamente sopra qualche cuscino. Quel luogo è il posto in cui scrivo “di getto”, senza pensare minimamente alla revisione (cosa che capita, ahimè, raramente).

Le annotazione sono parti integranti della mia scrittura. Non perché io non possegga una buona memoria, anzi, ma per il semplice fatto che adoro sforare dalla storia e creare un vero e proprio mondo oltre il romanzo stesso: qualcosa che il lettore non verrà mai a sapere, perché non sarà mai scritto, ma che serve a me per interagire al meglio con i personaggi e ciò che li circonda.

PERCHÉ È GIUSTO CAMBIARE IDEA

I miei appunti sono costellati di cancellature, macchie di caffè, enormi vortici d’inchiostro nero e note a margine del tipo: “orribile”, “come mi è venuto in mente”, “questo fa schifo”, “cambia assolutamente”.

Questo perché ritengo che cambiare idea, di tanto in tanto, sia una gioia. Qualcosa che mi sembrava perfetto all’inizio della prima stesura, adesso non ha più alcun senso. Accettare di aver sbagliato, a mio parere, è il primo passo per un nuovo inizio: è inutile portare avanti un’idea che non ci piace solo per non dover ricominciare tutto da capo. O peggio, credere che un’idea diversa da quella che avevamo al principio potrebbe non piacere al lettore: è necessario mantenere un certo grado di onestà (al di fuori degli espedienti narrativi e tutto quello che ogni scrittore fa per “incantare il lettore”).

Per questo, i miei appunti non sono quel che si dice ordinati, ma, ed è molto meglio, quel che si dovrebbe dire vissuti.

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Voi come prendete appunti? Amate i taccuini? Avete un quaderno dedicato? E come li utilizzate? Siete ossessionati come me?

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Qui il mio precedente articolo di questa pseudo – rubrica: Una giornata da scrittrice – la natura

Qui, alcuni consigli utili:

Scrittura Creativa – l’ambientazione come sfondo protagonista

Libri – i migliori manuali di Scrittura Creativa #1

Punteggiatura Emozionale: anche le virgole fanno piangere

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A presto,

Gloria

31 risposte a “Una giornata da scrittrice – gli appunti”

  1. Wow! Ammiro il tuo ordine per impostare le. Idee!
    Io non ho questo pregio purtroppo… Le idee che mi vengono spesso le arrangio al cellulare e via, in più ironicamente, dato che vorrei arrivare a scrivere di professione ho una Scrittura davvero orrida!
    Anche ora con un blog mi sto sforzando di. Piu almeno tenere un quaderno!

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  2. Bellissima la copertina del blu! E quanti taccuini!
    Io invece agisco in modo opposto al tuo. Prima di tutto, non vorrei mai sporcare qualsiasi quadernino o taccuino 😂 e così ho giusto posti quaderni. Uno è blu con un gatto sopra! Ed è suddiviso in varie parti: al centro scrivo le mie confidenze più intime, nelle prime pagine scrivo dei ricordi che ritengo particolarmente importanti, nelle ultime ho dei disegni.
    Ho poi un quadernino verde con copertina di cartone e senza alcun disegno, lì ho riportato tutte le mie poesie.
    Ho ancora un altro quaderno con copertina di cartone ma stavolta grande, dove riporto delle riflessioni, e poi ancora un altro piccolo.
    A volte mi sarebbe piaciuto comprare qualche taccuino, però, poi, sul punto di comprarlo, pensavo che lo avrei sprecato, o che la mia scrittura (non troppo bella), lo avrebbe rovinato.
    Insomma, è da un po’ che non compro nuovi quaderni… e troppi non mi piacciono nemmeno, non so come spiegarti, ma è come se stessi lontana dalle cose materiali 😅 non mi piace accumulare troppe cose che, per di più, con gli anni invecchieranno.

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    • Ma allora anche tu hai la passione per “la carta”! Anche a me capita di tenere in mano un taccuino per comprarlo e poi pensare “ma dai, non so più cosa farmene, lo sprecherei!”. Però per la calligrafia, mi sono davvero allenata per tenerla sempre in ordine e il più possibile carina ☺️
      Io invece adoro gli oggetti “invecchiati”; ho due diari segreti di mia madre di quando era bambina e non me ne separerei mai!

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      • Sii, anch’io adoro la carta 😀
        Sai cos’è? Non è che non mi piacciono gli oggetti invecchiati, ma se poi inizio a pensare che un giorno invecchieranno e che allora tutto quello che avrò scritto andrà perso, preferisco scrivere e salvare dei pensieri, chessò, in qualche spazio virtuale, su una pennetta… così che resista al tempo. Devo però anche dire che, tempo fa, trovai un quadernino mio di quando avevo 14 anni, e non ti dico delle risate nel rileggere certe cose! E poi mi dispiacque il fatto che fossero poche pagine, e avrei voluto leggerne molte di più.
        Quindo sì, immagino la tua gioia nel ritrovare il quadernino di tua mamma 😍 e quanto per te sia prezioso…

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      • Sì, per me è preziosissimo…💜 Invece i libri mi danno un senso di sicurezza e immortalità che purtroppo non trovo negli oggetti digital… so che può sembrare banale, ma mi sento così! Grazie mille per il tuo commento! 😘

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      • Per i libri la penso come te, anzi, leggere un libro digitale affatica anche di più la vista… e oggigiorno si fanno già troppe cose con questa tecnologia! Gli occhi hanno bisogno di un po’ di respiro.

        Buon proseguimento! 🌸☺

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      • P.s.: ora che ci penso, è importante anche tenere allenata la mano alla scrittura. Quindi, ecco, scrivere in diari non solo ci allontana dal virtuale, ma tiene vivo il saper scrivere bene…

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  3. Ma che meraviglia i tuoi appunti! Anche io sono costantemente circondata da diari, block notes, taccuini. Il mio problema è che, nonostante la mole di oggetti che mi permetterebbe una divisione sensata, è tutto insieme. Nel quadernetto degli Stati Uniti c’erano pezzi di racconto, nel diario “vero” ci sono cose di lavoro… E poi fogli, fogli, fogli. Mia madre mi diceva sempre che prima o poi li avrei persi! E infatti una volta ho perso un intero capitolo. Scritto chi sa dove e volatilizzato nel mondo 😦

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  4. Ho taccuini ovunque, di diverso colore forma carta formato. Non ho il tuo rigore e non sono in grado di pianificare, scrivo solo di getto senza correzioni e ripensamenti. Alcuni dei miei taccuini sono catturaparole: vi annoto frasi parole espressioni catturate durante la lettura. Altri sono diari, frammenti, storie. Mi piace sentirmi libera nella scrittura.
    Buon pomeriggio
    🌼🌸🌼

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  5. Come riesci a mantenere un’ordine del genere?
    Io sono un’ossessionata della perfezione e dell’ordine e nonostante cerchi di tenere tutto sotto controllo, alla fine, l’unica cosa che genero è il caos più totale. Idee su idee, fogli sparsi che perdo costantemente, l’ossessione dei quaderni e taccuini belli (e la paura di sporcarli con il mio caos), testa piena di informazioni pronta ad esplodere.

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    • Capisco perfettamente quello che dici! Anche io ero come te: ossessionata dall’ordine con il solo risultato di far di tutto un miscuglio indefinito; paura di “sprecare” quei bei taccuini… mmmh, mi vengono i brividi a ripensarci!
      Poi ho capito che l’ordine, per prima cosa, lo bisogna tenere nella mente. Ho imparato ad accettare le cancellatura, i fogli strappati, i disegni venuti male e ho deciso di lasciare il tutto così com’era, poiché altrimenti ci ritroviamo solo con dei quaderni perfetti ma senza anima. Il fatto di avere un taccuino/quaderno per ogni cosa mi venisse in mente, mi è stato utilissimo! Ne ho davvero uno per ogni cosa, nulla escluso! Per i fogli volanti, invece, ti consiglio di provare con i raccoglitori… sono una manna dal cielo! E se qualche foglio rimane fuori posto, non importa! Io li appendo al muro o sulle bacheche di sughero 😀
      Un abbraccio!

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