La prima condizione perché il dialogo sia possibile è il rispetto reciproco, che implica il dovere di comprendere lealmente ciò che l’altro dice, diceva Norberto Bobbio, filosofo e politologo.
Bene, mi direte, ma noi parliamo di dialoghi scritti. Il punto è proprio questo: uno degli errori più grandi nello scrivere i dialoghi è credere che siano uguali a quelli che avvengono nella vita reale, ma il secondo errore è progettare un dialogo artificioso, didascalico, innaturale e, soprattutto, falso.
Per questo motivo, ho deciso di stilare una piccola guida con qualche suggerimento per la scrittura dei dialoghi all’interno di un romanzo. I punti fondamentali, a mio parere, sono tre: Naturalezza, Onestà e Veridicità, ovvero N.O.V.
DIALOGHI NATURALI
L’essere naturale non è una dote naturale, e scusate il gioco di parole, ma l’insieme di una precisa architettura narrativa, un completo controllo della punteggiatura e un’indipendente scelta stilistica.
Per essere naturale, un dialogo ha bisogno di poter essere letto a voce alta e sembrare una conversazione credibile. Prendiamo ad esempio la scena in cui un giovane uomo incontra una ragazza con la quale frequentava il liceo.
Clarissa era seduta sulla poltrona in cui l’avevo vista l’ultima volta. I capelli le scivolavano sulle spalle, ricci e disordinati, appuntati per metà sulla nuca con una pinzetta azzurra. I suoi occhi fissavano le pagine di un vecchio libro, mentre la bibliotecaria le lanciava occhiate furiose ogni volta che la sua penna si avvicinava troppo alla filigrana ingiallita. Mi avvicinai senza ragionare troppo.
«Ciao» la salutai, piegandomi per sbirciare il titolo del libro. «“Quando un secolo durava cent’anni”».
Clarissa non si mosse. Le ginocchia accavallate l’una sull’altra, semi – nascoste dal vestito color mattone. Raccolsi un’ennesima manciata di coraggio.
«Lo trovi interessante?».
«Dipende». Sfogliò una pagina, bagnandosi l’indice con la lingua.
«Da cosa?».
«Da quello che intendi per “interessante”».
«Dovresti saperlo».
Clarissa alzò lo sguardo e, per qualche istante, i suoi occhi nocciola fissarono i miei.
«Luca?».
Provate a leggere il dialogo a voce alta e vi renderete conto che potrebbe essere una conversazione origliata da dietro una porta. L’obbiettivo di un buon dialogo è proprio questo: far credere al lettore di stare origliando una conversazione, lasciare intendere allo spettatore i movimenti e le reazioni dei personaggi, spiegando solo l’indispensabile.
Il lettore è libero di completare le azioni dei personaggi e, così come la narrazione, anche il dialogo deve lasciare sempre, o quasi, qualcosa in sospeso.
DIALOGHI ONESTI
Dell’onestà ne parlo continuamente, lo so. M c’è una ragione per cui i buoni libri sono intrisi di un senso di sospensione della realtà: il lettore crederà a dialoghi onesti, tanto quanto sarà portato a credere dell’esistenza di personaggi coerenti (in merito, date un’occhiata qui Scrittura Creativa – la voce del personaggio).
Per onestà del dialogo intendo sincerità nel rapporto con la trama e con i personaggi. I dialoghi, come la maggior parte degli elementi di un romanzo, servono per portare avanti la trama, descrivere l’atmosfera e spiegare l’interiorità dei personaggi.
Detto questo, un personaggio dal carattere docile e introverso non dovrebbe mai esprimersi come un oratore dell’antica Roma, a meno che non esista una spiegazione. Il punto è proprio questo: il motivo di una frase deve essere palese, ma non spiegato come una lezioncina. Facciamo un esempio.
«Perché dovrei scusarmi con te? Mi hai mentito».
Gli occhi di Marco non erano mai stati così grandi.
«Non sapevo che sarebbe arrivato». Alessia sollevò le ginocchia al petto e una lacrima le rigò il viso.
Cosa intuite da queste tre battute? Non vi dirò qual era la mia intenzione, fatemelo sapere!
L’onestà di un dialogo, infine, si riconduce alla coerenza dell’intero romanzo; qui troverete qualche informazione in più Non imbrogliate i lettori – consigli per autori esordienti
DIALOGHI VERITIERI
Per rendere efficace un dialogo, dobbiamo imparare a riconoscere le parole dei nostri personaggi. Avete mai provato a isolare i dialoghi di uno solo dei vostri personaggi? Sottolinearli e rileggerli? Come suonano? Dovrebbero essere di proprietà di una sola persona, giusto?
Riconoscerei un rimprovero di mia madre in mezzo a un milione di rimproveri; un modo di dire del mio fidanzato in mezzo a un milione di modi di dire oppure una battuta spiritosa di mio padre in mezzo a un milione di battute. Ecco, anche i dialoghi dei personaggi devono essere riconoscibili e, di conseguenza, veritieri.
Un bambino di cinque anni parla come un adulto? Un adulto parla come un bambino di cinque anni? Sì, ok, ci possono essere delle eccezioni, ma in linea generale la veridicità è il punto forte di un dialogo, la D maiuscola della parola dialogo.
***
Infine, alcuni consigli utili e qualche esercizio per la stesura di un buon dialogo N.O.V.
- Utilizzate degli intercalari per definire un personaggio, come ad esempio: eh, oh, insomma, beh, mmmh e così via.
- Spezzate i dialoghi troppo lunghi evitando il classico disse, come alternativa potete descrivere l’azione del personaggio o sostituire i verbi che esprimono l’andamento della conversazione: rispose, replicò, assicurò, obbiettò, promise, ribatté, puntualizzò, precisò, reagì, bisbigliò, sussurrò, borbottò, brontolò, recitò, chiarì, puntualizzò, sibilò, biasimò, rimproverò e così via.
- Come esercizio, scegliete un luogo, un’ora del giorno, una stagione, i personaggi e gli argomenti:
- luogo: una spiaggia affollata
- ora: prima mattina
- personaggi: madre e figlia
- argomenti: Caterina – la madre – discute con la figlia Ginevra sul suo futuro e sulla difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo.
Scrivete un bel dialogo e postatelo nei commenti oppure inviatemelo per email macalusogloria96@gmail.com e sarò felice di darvi la mia opinione!
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Alcuni articoli utili:
Una giornata da scrittrice – gli appunti
Come incantare il lettore – l’arte di scrivere
Scrittura Creativa – l’ambientazione come sfondo protagonista
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A presto,
Gloria
18 risposte a “Scrittura Creativa – il dialogo N.O.V.”
Come sempre precisa e puntuale. Cara Gloria hai centrato il problema della maggior parte degli autori esordienti (e non solo). Un’ottima e dovuta precisazione. E’ sempre un piacere leggerti.
Ti lascio con il motto del nostro capo editor: la semplicità è divina.
Buona vita
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Grazie mille! Bellissimo motto, e pienamente vero 😊
Un caro abbraccio!
Gloria
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Il massimo è quando leggi «Ok» in un romanzo ambientato secoli fa XD
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Direi quasi delinquenziale! Ottima precisazione, Vittorio 😊
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Seguirti oltre ad essere un piacere è una finestra che si apre su dettagli fondamentali .
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Grazie per queste parole! Spero sempre di saper trasmettere quello che sono riuscita a imparare in questi anni e, soprattutto, non smetto mai di imparare io stessa!
Ancora mille grazie,
Gloria
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mi è sempre piaciuto costruire dialoghi, anche avulsi da una narrazione
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Credo sia un ottimo esercizio!
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diciamo che è divertente, a volte collaboro con cineasti dilettanti per i dialoghi dei loro corti
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[…] (in uno dei modi migliori) per mezzo dei dialoghi (per approfondire potete leggere questo articolo Scrittura Creativa – il dialogo N.O.V.): le parole dei vostri personaggi, se usate bene, potranno creare immagini nella mente del lettore […]
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[…] di quello che definisco un dialogo efficace: naturale, onesto, veritiero (ecco l’approfondimento: Il dialogo N.O.V.). Esistono tantissimi manuali di scrittura, piccoli ricettari di idee che possono aiutare il […]
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