5 abitudini dello scrittore (di successo) – #habits

Editor Gloria Macaluso - 5 abitudini degli scrittori di successo

L’abitudine è, fra tutte le piante umane, quella che ha meno bisogno di un suolo nutritivo per vivere e la prima a spuntare sulla roccia apparentemente più desolata.

Marcel Proust

Tutti noi abbiamo delle abitudini, alcune purtroppo declinate in vizi (il fumo, il troppo caffè ecc), altre invece più salutari (come l’esercizio fisico e l’amata lettura). In questo articolo, per inaugurare la nuova categoria del blog #habits parlerò di 5 buone abitudini che fanno di uno scrittore uno scrittore di successo.

Disclaimer: a mio parere, queste sono quelle abitudini che lo scrittore dovrebbe sviluppare per vivere serenamente la propria carriera quando della scrittura, appunto, desidera farne la propria vita. Non sono abitudini morali assolute o necessariamente insostituibili.

Iniziamo.

1. Fa’ ciò che dici di voler fare

Sembra l’abitudine più facile: fa’ ciò che dici che farai, e soprattutto fallo quando dici che lo farai. Eppure, tutti noi sappiamo che seguire questo mantra non è per nulla semplice. Ricordatevi però che gli autori di grande successo non possiedono superpoteri (dormono, mangiano, hanno problemi come chiunque altro), ma sicuramente sono dotati di grande forza d’animo e, inoltre, amano ciò che fanno al punto di seguire le regole che si autoimpongono (difficile per tutti).

Questa abitudine, tra le più importanti, vi permetterà anche di stabilire quelli che chiamo obbiettivi onesti. Promettersi e prefissarsi obbiettivi impossibili, irraggiungibili (ogni giorno scriverò 100 pagine) è da pazzi, e lasciatemelo dire, da presuntuosi. Anche se le intenzioni sono delle migliori, gli obbiettivi irraggiungibili restano tali. Lo scrittore di successo possiede una forte consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti e, pur cercando di affilare le prime e superare i secondi, li rispetta sempre. Siate onesti con voi stessi.

Inoltre, sappiamo anche che le promesse che facciamo a noi stessi e che poi vengono infrante sono sintomo di paura (lo scrittore procrastina un progetto perché lo teme), o di mancanza di concentrazione (spesso, ed è anche un mio difetto, si fanno troppe cose contemporaneamente).

2. Sii cortese con i tuoi colleghi

Spesso sento e incontro autori che ignorano in toto le opinioni di altri scrittori, di agenti, di editori e di editor (me compresa) presumendo di essere il nuovo Cèline o Sciascia. Magari (mi auguro) lo sarete, ma un comportamento saccente e presuntuoso non vi porterà molto lontano. Con questo non voglio dire che si debba andare contro quella che è la propria personalità, ma certamente è bene sapere che un equilibrio emotivo è importante non solo come scrittori, ma come persone. Perciò, quando ripensate alle figure dei poeti malesi, dello scontroso Bukowski o dello schivo Michelangelo ricordatevi che personalità è diverso da prepotenza.

Gloria, mi direte, e perché mai dovrei essere cortese? Be’, a prescindere, vi risponderei. Inoltre, se l’editore che tanto avete desiderato busserà alla vostra porta e voi respingerete ogni sua proposta di modifica, sarete prepotenti, maleducati e simili, come è entrato, se ne andrà. O peggio, il lavoro sul testo sarà così stressante che invece di cercare dei compromessi sarete costretti ad accettare senza poter “metter bocca” ogni modifica sul vostro lavoro. La cortesia, che non è remissività, in tutti i campi, paga sempre!

3. La curiosità deve essere tua amica

Leggete libri. Certo, se scrivete dovete leggere (mi è capitato di ascoltare frasi del tipo: Gloria, io non leggo ma scrivo. Segue silenzio imbarazzante, ma ne parliamo dopo), e anche tanto. Ma non è sufficiente. Dovete essere curiosi, dovete avere, come dico io, “la meraviglia negli occhi”. Guardate documentari, ok. Ascoltate podcast, ottimo. Seguite i telegiornali, leggete i quotidiani, acquistate riviste. VA TUTTO BENE, ma non basta.

Se leggete una parola sconosciuta l’andate a cercare sul dizionario? Se ammirate un quadro, vi informate sull’autore? Se ascoltate una canzone, andate a ripescare i vecchi concerti del cantante? Se trovate un fiore di tre colori con spine verdi e lunghe, ne approfondite la natura? Se vi siete tagliati con le forbici, vi informate sul perché sanguiniamo? Ecco, questi sono solo alcuni spunti per essere curiosi con la C maiuscola.

Devo ammettere che per queste cose ho una certa idiosincrasia, perché se sono curiosa di qualcosa devo assolutamente saperne il più possibile. Non importa se il giorno dopo l’ho dimenticato o se non mi sarà mai utile nella vita; in quel momento, io sono curiosa.

4. “Non ti curare del marketing…” ma comprendilo.

Quando lo scrittore scrive, diciamolo, non dovrebbe preoccuparsi del marketing. I fan service sono qualcosa di orrido (dappertutto, non solo nei libri), e anche i libri vari di influencer/attori/calciatori non sono da prendere come esempio (questi ultimi sono di per sé un prodotto di marketing, qualcosa che serve a rimpolpare le tasche dell’editore! E per questo, lo possiamo accettare, se poi i titoli sono buoni).

Detto questo, lo scrittore non dovrebbe neanche demonizzare le strategie necessarie a diffondere e promuovere il proprio lavoro. Certo, tutto dipende dalla propria personalità, ma partire dal marketing for dummies (QUI trovate un libro a tal proposito) non è una cattiva idea. Molti autori hanno inoltre paura di mostrare il loro lavoro o, peggio, di essere associati al loro lavoro. Il marketing, comunque, non riguarda l’autopromozione, ma una serie di strategie MIRATE (non spam a casaccio) per promuovere il proprio lavoro. Quindi, come ho già detto su Instagram in una puntata di #editoriaportamivia, evitate le pagine “Titolo del libro” e di spiattellare ogni due minuti la copertina del vostro testo. Quando scrivete, pensate a scrivere; quando promuovete, pensate a come vorreste che un libro vi venga consigliato. Per il resto, fate fare a esperti del settore (o diventatelo!)

5. Se non leggi, non sei un autore

Credo che il concetto sia chiaro già dal titolo, ma voglio anche confutarlo. Qualcuno ha detto (non ricordo chi, mea culpa): “Vorrei non aver mai letto, visto o sentito nulla, e poi scrivere qualcosa”, come a voler dire che ogni volta che si creano dei contenuti (scrittura, video, disegni ecc) siamo sempre influenzati da cioè che è stato prima. Allo stesso tempo, però, Asha Dornfest afferma: “Io credo che i nuovi scrittori siano troppo spaventati che tutto sia già stato detto prima. Certo, lo è stato. Ma non da voi”.

Ecco, questo è importante. Suppongo che siamo tutti d’accordo nel dire che i temi più importanti fino a oggi per l’uomo siano stati, in un modo o nell’altro, già tutti affrontati. Facciamo una breve ma significativa lista: amore, amicizia, paura, guerra, speranza, coraggio, malinconia, razzismo, inferiorità, egocentrismo, gioia, spensieratezza, rivincita… Tutti questi temi, se scavate nella vostra libreria o tra film e opere d’arte sono già stati trattati. C’è chi ha parlato dell’amore che supera gli ostacoli (Amore e Psiche, Canova), chi della magia e della forza dell’amicizia (Harry Potter, Rowling), chi delle tragedie dell’umanità (Se questo è un uomo, Primo Levi), chi della determinazione (Rocky) e chi anche della ninfomania (Diario di una ninfomane, Tasso). Anche il recente e tristemente noto tema delle epidemie e pandemie è già stato affrontato (I promessi sposi, Manzoni e La peste, Camus). Insomma, abbiamo già parlato di tutto… ma non ne abbiamo già parlato noi.

Per questo la lettura è così importante: leggere vi darà ogni volta un punto di vista nuovo su un evento già conosciuto (cfr la teoria degli archetipi di Jung), e potrà aiutarvi a creare il vostro e personale punto di vista! Se non leggi, quindi, non sei un autore.


E voi, cosa ne pensate? Quali sono, a vostro parere, le “abitudini” di successo di uno scrittore?

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A presto,

Gloria

3 risposte a “5 abitudini dello scrittore (di successo) – #habits”

  1. Riguardo al fatto che si rimanga influenzati è un nodo che non ho ancora sciolto, forse il problema è che c’è troppo di tutto e quindi a volte ogni idea che ti viene in mente pensi “Ma tanto, anche se la scrivo in modo diverso, ogni storia è già stata scritta”.
    Ti capita mai?

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    • Sempre! Anche quando scrivo articoli penso: questo lo hanno già detto, di questo si è già parlato… poi però mi rendo conto che davvero nessuno lo ha detto o fatto come lo dico o faccio io, perché alla fine ognuno è unico, per questo cerco sempre di mettere più esperienza personale possibile: perché è questo che ci differenzia!

      Piace a 1 persona

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