I personaggi di un romanzo sono sicuramente il punto di interesse di qualunque buona trama: la loro caratterizzazione è essenziale per far in modo che un personaggio sia credibile, verosimile e coerente. Ma è la trama che crea le relazioni tra i personaggi, ciò che accade nelle loro vite e le situazioni che devono affrontare. Perciò, mi sento di dire che trama e personaggi sono concatenati, indivisibili.
«Sì, oh sì, miei cari, un romanzo racconta una storia» dice E.M. Forster. La trama è una narrazione di eventi basata, più che sulla consequenzialità cronologica, sulla causalità: il rapporto di causa-effetto crea le fondamenta di qualsiasi trama.
CONFLITTO
Come ho già ripetuto parecchie volte nei precedenti articoli, il conflitto è l’elemento costitutivo di ogni buona trama. Il protagonista deve vivere un conflitto principale e tanti piccoli conflitti sparpagliati nel corso della storia. Fondamentale è l’alzarsi della posta in gioco: il protagonista deve sempre avere qualcosa da perdere, una sorta di rischio (interno o esterno che sia).
Il conflitto è spesso alimentato da un forte desiderio o una forte paura che stimola i personaggi a superare l’ostacolo posto di fronte a loro dalla successione di eventi, dalla trama, appunto.
Esistono due principali generi di conflitto:
- INTERNO: il personaggio è frenato/stimolato da un pensiero, una sensazione, un’emozione, un ricordo, un desiderio ecc
- ESTERNO: il personaggio è frenato/stimolato da un evento accaduto nel presente o passato, da una situazione, da una vittoria o sconfitta, da un altro personaggio ecc.
I conflitti, come sopra detto, possono coesistere. Il personaggio può percepire un conflitto esterno e uno interno in contemporanea; l’importante è stabilire quale sia il conflitto iniziale che, spesso o quasi sempre, viene estrapolato dalla premessa del romanzo stesso. Vi rimando all’articolo in cui approfondisco il tema della premessa e la sua concatenazione con la trama: Scrittura Creativa – tema, trama e premessa.
I conflitti più avvincenti sono spesso quelli in cui entrambe le parti sostengono ragioni comprensibili e, in un certo senso, corrette. Ad esempio, in Anna Karenina il marito tradito e la moglie innamorata di un altro uomo sono entrambi personaggi per i quali il lettore può provare empatia; in questo caso il conflitto viene alimentato dalle ragioni di ognuno.
Ma, oltre ai conflitti in cui i protagonisti si scontrano con idee comprensibili, ciò che rende un ostacolo avvincente è spesso il grado di desiderio che spinge il protagonista e, soprattutto, la posta in gioco: più il traguardo è difficile da raggiungere, più la trama risulterà entusiasmante.
RIVELAZIONI
Per quanto riguarda la struttura di una buona trama, non posso non parlare delle rivelazioni: la rivelazione rivela, appunto, qualcosa che il lettore non conosceva e crea conseguenze inaspettate che alzano la posta in gioco e aumentano il livello del conflitto principale della trama.
Questo espediente narrativo è ciò che maggiormente crea suspense e tensione all’interno della trama. Un terribile segreto, una mappa, un indizio, una rivelazione sotto forma di dialogo, sono tutti metodi per tirare la corda dell’attesa; il lettore vuole provare empatia per i personaggi, e quale miglior modo di una rivelazione che capovolge e modifica ciò che fino ad allora era stato sicuro?
Le rivelazioni, però, vanno utilizzate con consapevolezza e maestria: non inserite un segreto superficiale o un profondo oceano di misteri fine a sé stesso. Ogni rivelazione deve creare nuove conseguenze e sviluppare elementi della trama “causa-effetto” più convincenti.
FLASHBACK
La retrospezione è un altro elemento che spesso migliora e rende più comprensibile la trama. A volte, questo espediente viene denigrato per la sua lentezza o per il semplice fatto che non viene utilizzato correttamente: come tutti gli elementi di un buon romanzo, anche il flashback deve avere uno scopo o, possibilmente, più di uno.
Attraverso il flashback, lo scrittore può riavvolgere il nastro della storia, creando empatia con il lettore che riconosce la verosimiglianza di un passato del protagonista. Vediamo i tre principali usi del flashback:
- Rallentare o accelerare il ritmo. L’analessi può essere utilizzata per prolungare l’azione, per inserire un elemento di distrazione mentale o fisica del personaggio; ad esempio, se la trama tratta di un segreto, si può utilizzare il flashback per prolungare l’attesa alla rivelazione dello stesso. Oppure, la retrospezione può diluire il tempo attraverso un ricordo passato, magari mentre il protagonista deve prendere una decisione importante, oppure accelerare il trascorso di una giornata attraverso il ricordo di una pagina.
- Modificare lo stato d’animo. Come nella vita reale, anche nei romanzi i ricordi, spesso, modificano le emozioni e gli stati d’animo degli individui. Se volete predisporre il personaggio a una determinata azione, utilizzate l’analessi per ricordare un momento passato che gli abbia provocato quella stessa emozione. Oppure, sempre attraverso il flashback, potete ripescare un ricordo del protagonista che gli ha inferto dolore o paura e modificare il suo stato d’animo del presente come una sorta di reazione a quelle emozioni.
- Rivelare gli antefatti. I flashback sono utilissimi anche alla rivelazione degli antefatti. Il lettore è ben disposto a sospendere l’incredulità per tornare a un ricordo passato, sempre che questo sveli qualcosa in riguardo alla storia presente. Vi lascio all’articolo scritto in merito: Scrittura Creativa – l’importanza degli antefatti.
ANTICIPAZIONI
Così come le rivelazioni, anche le anticipazioni sono un elemento che aumenta la suspense e la tensione di una trama.
L’anticipazione deve consistere in un minimo indizio, una piccola onda nel mare e non una tempesta. Il lettore deve quasi dimenticarsi di quel “luccichio sulla punta della finestra”, così che quando arriverà la rivelazione, esso potrà ricondurre l’avvenimento ed esclamare: «Ecco cos’era quella roba luccicante!».
Anton Cechov, diceva che «Se mettete in scena una pistola durante il primo atto, prima che la storia finisca qualcuno deve sparare». Ecco, più o meno, il succo dell’anticipazione.
Attenzione a non cadere nel tranello dell’ultima pagina: a tre quarti della storia, dovete aver inserito ogni sorta di anticipazione poiché i capitoli finali servono a risolvere il conflitto.
AMBIENTAZIONE
Ebbene sì, l’ambiente di un romanzo influisce inevitabilmente sulla trama. Ci sarebbe da dire molto riguardo a questo elemento (perciò scriverò un articolo in merito al più presto!), ma mi limiterò a elencare come comporre lo sfondo necessario a ogni buona storia.
- Influenze ambientali. Siete in città o in campagna?
- Influenze ancestrali. Quali sono le tradizioni della vostra ambientazione? Gli usi?
- Scorrere del tempo. Ogni ambientazione ha in sé il passare dei giorni, delle ore e dei minuti. Utilizzate bene il tempo a vostra disposizione.
- Clima. Piove spesso? C’è il sole? Come si vestiranno i personaggi?
- Contesto sociale, politico e culturale.
- Ambientazione da genere. Non fate vivere un detective in un paesino di 300 anime, se non siete Jessica Fletcher.
Conclusioni. Nelle prime fasi di scrittura di un romanzo, ci saranno sempre dei buchi logici nella trama, delle parti mancanti o incoerenti. Be’, non scoraggiatevi. Credo fortemente nell’inconscio degli scrittori e, prima o poi, tutto torna.
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Il mio precedente articolo: Scrivete di leggerezza o di pesantezza? L’insostenibile leggerezza dell’essere.
Qui, la pagina in cui raccolgo tutti gli articolo di scrittura: Scrittura Creativa
A presto, Gloria
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17 risposte a “Scrittura Creativa – gli elementi di una buona trama”
È vero che la pistola deve sparare: se a farlo è il protagonista, però, colpirà il nemico al primo colpo, altrimenti non verrà scalfito nemmeno dall’esplosione di una bomba atomica 😀
Io mi diverto a creare la speranza, per poi distruggerla a pochi metri dalla linea del traguardo; trovo stereotipato un eccessivo buonismo.
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Mi piace! Basta che si aumenti la tensione e il tuo metodo lo fa bene! ☺️
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Speriamo 😀
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Grazie per i consigli!
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Grazie a te! Sono contenta che ti possano servire!
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Grazie a te! Sono contenta che ti siamo stati d’aiuto!
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🙂
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[…] La vostra storia deve essere avvincente, non importa se tratta di un guerriero o di una suora. I colpi di scena sono elementi strutturali del fulcro, la storia dei nostri personaggi: il lettore si aspetta la creazione di un problema e la sua risoluzione, il colpo di scena è ciò che sviluppa, spesso o quasi sempre, il conflitto – di cui parlo abbondantemente qui Tema, trama e premessa & Gli elementi di una buona trama-. […]
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[…] Scrittura Creativa – gli elementi di una buona trama […]
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[…] “chiuso”. Nell’idea, comunque, rimane il conflitto (del quale parlo abbondantemente qui Scrittura Creativa – gli elementi di una buona trama). Il conflitto è uno e uno soltanto, narrato chiaramente, ma ne implica molti altri “tra le […]
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A breve ti invierò una narrativa che non si intonava con le collane editoriali e poi ci hanno fatto un film .. 20 anni dopo voglio riproporlo con una scrittura “creativa” sperando che possa far breccia.Magari ci dai un’occhiata.
Grazie. Giovanni Siracusa Cell. 349 8105 724
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[…] di un popolo con le meraviglie di un altro. L’importante è che la vostra atmosfera (di cui parlo QUI e QUI) sia profondamente sviluppata e […]
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[…] i personaggi a un conflitto, come è indispensabile in ogni buon romanzo. Ecco un approfondimento: Scrittura Creativa – gli elementi di una buona trama & Scrittura Creativa – il fulcro di un […]
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[…] Scrittura Creativa: la trama […]
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[…] in merito al conflitto mi sono espressa in parecchie occasioni (eccone alcune QUI e QUI). In questo esercizio mi concentrerò sul suo sviluppo e sulla sua forma. Il conflitto può essere […]
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[…] Scrittura Creativa: la trama […]
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[…] narrativo. Avevo già parlato della trama (Ideare la trama 1) analizzandone anche gli elementi (Gli elementi di una buona trama), mentre oggi ci concentriamo sul’intreccio di una storia, ovvero sui rapporti causa-effetto […]
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