Scrivere implica diverse capacità, lo ammetto. Non è sempre facile acquisirle e possederle tutte, ammetto anche questo. Alcune volte la sintassi non è delle più corrette, ci scappa un apostrofo, una virgola, magari la trama è calante in alcuni punti e un personaggio ha cambiato il nome da un capitolo all’altro. Succede, mi dico, sono una scrittrice, non il Padre Eterno.
Ma una, almeno una, caratteristica bisogna acquisirla, possederla, lavorarla e infine mostrarla e dimostrarla: l’onestà. Perché mai qualcuno dovrebbe leggerci se non siamo onesti? Perché mai un uomo o una donna dovrebbero sprecare del tempo per leggere una storia bugiarda?
Ovviamente non voglio dire che ogni storia deve essere autobiografica o debba rispettare il criterio del reale e del verosimile, non è questo il ragionamento corretto altrimenti i grandi capolavori non esisterebbero e nessuno avrebbe mai scritto di un hobbit che salva il mondo o di un maiale che comanda una fattoria.
Ciò che voglio enfatizzare è l’importanza della genuinità, dell’onestà, appunto, dello scrittore. L’autore deve essere onesto con sé stesso, in primis, scrivendo di ciò che gli provoca passione, dolore, rabbia, provocazione, alterazione, amore, nervosismo, agitazione. Se lo scrittore riprende temi abusati, trattati e ritrattati, che lo faccia almeno con originalità e non con l’unica intenzione di attirare il grande pubblico. Dopo aver raggiunto la prima onestà (quella con noi stessi, dicevo), lo scrittore deve raggiungere la seconda e più difficoltosa: l’onestà con il lettore.
Il lettore vuole essere trascinato via dalla sua vita quotidiana, vuole provare empatia con i personaggi; se chi scrive non è coinvolto, come può esserlo chi legge? La correttezza e la sincerità è la prima cosa che cerca un potenziale lettore in un libro. Cosa pensereste di un romanzo giallo in cui, dopo una serie di peripezie infinite, colpi di scena e attese, l’assassino spunti fuori al penultimo capitolo nelle vesti di un personaggio completamente nuovo? In questo caso vi sentireste traditi e imbrogliati, giusto?
Niente trucchi da quattro soldi, diceva Carver nel titolo di un romanzo-manuale sulla scrittura (che vi consiglio vivamente di leggere per la costante passione e introspezione di un uomo scrittore). Proprio così: gli scrittori, se sono veri e sinceri, non hanno bisogno di trucchi da quattro soldi. Chi scrive semplicemente per vendere copie non è onesto con sé stesso e nemmeno con i suoi aspiranti lettori. Prima di iniziare o continuare la stesura di un romanzo, assicuratevi che sia davvero un romanzo e non un malloppo di pagine in sequenza con il solo fine di mentire sulle emozioni.
Qui, una serie di consigli frutto di esperienza, studio, ricerca e duro lavoro.
- Scrivere vuol dire raccontare e in ogni racconto che si rispetti bisogna metterci un pezzetto di sé.
- Spiattellate sulla pagina i vostri pensieri, anche se sono anticonvenzionali, antisociali, non condivisi, esagerati. Basta che siano i vostri, i vostri davvero.
- Quando scrivete non pensate a cosa potrebbero pensare i lettori, di quello se ne occuperanno loro stessi.
- La narrativa nasce come diletto e sperimentazione, e allora metteteci passione e sperimentate!
- Se non sapete perché i vostri personaggi si comportano in un modo piuttosto che in un altro, allora la motivazione è inesistente e voi non state mettendo le vostre esperienze sulla carta.
- Se insistete troppo sulle emozioni per paura che non vengano percepite cadrete nel melodramma. Siate sinceri e , anche qui, scrivete le emozioni come le provate e non come volete che le provino gli altri.
Conclusioni. Ogni scrittore sogna che il proprio romanzo venga pubblicato, ammirato e venduto. Tutti vorremmo vivere della nostra passione e del nostro talento, dico bene? Questo sogno è legittimo, giusto, corretto. Non metto in dubbio il pensiero che io stessa sento e accetto, è ovvio. Ma se scrivete senza onestà, solo per vendere, non sarete scrittori, o meglio, non sarete scrittori soddisfatti. Cosa pensereste di un uomo che presenta un curriculum truffaldino? Il ragionamento è lo stesso.
La bellezza della scrittura sta proprio nel raccontare noi stessi attraverso i personaggi e i mondi inventati. Sta nel provare l’amore che provano i nostri personaggi, nel riconoscere in quel movimento un movimento di nostra madre, di nostro padre o di un nostro amico. Mette voi stessi nella scrittura e nessuno potrà dirvi che non siete stati onesti.
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Spero che questo articolo sia stato d’aiuto!
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A presto,
Gloria
© Immagine Gloria Macaluso
22 risposte a “Non imbrogliate i lettori – consigli per autori esordienti”
Quello che hai scritto è molto bello, concordo appieno!
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Grazie, Asia! 😀
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❤
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Mi sembra che, nel mercato letterario, succeda esattamente il contrario.
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Ho voluto scrivere l’articolo proprio per questo motivo. Negli ultimi anni ho assistito a un fenomeno plateale (ma sempre esistito) di “commercializzazione” del romanzo. Anche i saggi sembrano aver preso questa piega! Non tutti i romanzi commerciali sono brutti, questo è indubbio. Ma alcuni palesemente scritti per racimolare i lettori sono terribili. Vorrei che i nuovi scrittori non si lasciassero coinvolgere, anche se è una speranza che purtroppo ha un riscontro sottilissimo. Ovviamente non tutti i romanzi pubblicati recentemente si rifanno a questa definizione, ma il numero di quelli che invece la seguono è, a parere mio, fin troppo crescente. Grazie per il commento, Vittorio!
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Di questo dobbiamo ringraziare anche le case editrici, che ormai scommettono solo su titoli facilmente vendibili.
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Anche questo è vero, ma non è corretto generalizzare. Ci sono case editrici e case editrici. Gli scrittori non devono scoraggiarsi ma neanche essere stupidi, diciamolo. Ognuno ha la capacità di verificare che la casa editrice a cui affida l’opera si interessi all’opera, appunto e non alla sua ”vendibilità”. Ovviamente un ragionamento commerciale ci sta ed è giusto che ci sia se rimane anche la sincerità dello scrittore e della casa editrice. Però, se posso dire la mia, credo che la colpa debba essere divisa equamente: scrittori, case editrici ma anche lettori. Per fortuna ne esistono di tanti tipi e tra questi anche chi si interessa davvero alla genuinità di un romanzo o opera che sia!
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Per questo quando scrivo qualcosa sui miei personaggi loro sono contenti
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[…] Non imbrogliate i lettori – consigli a autori esordienti […]
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[…] di conoscere le donne; al contrario, i suoi ragionamenti restano spesso irrisolti. Questa, l’onestà della scrittrice, una delle qualità che chiunque vuole scrivere dovrebbe […]
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[…] fra loro. Evitate le coincidenze esagerate, non piacciono a nessuno, e sviluppate un finale che non imbrogli il lettore: i finali migliori sono quelli guadagnati dalla fatica dei personaggi e non quelli donati dal […]
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L’ha ribloggato su Volevo fare la scrittrice or surfing the lifee ha commentato:
Sono d’accordo. Se non c’è onesta non c’è emozione. E senza le emozioni un uomo non vive. Nemmeno un libro. Buona vita e felici scritture
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Grazie per avermelo detto!
Sono contenta che ti sia piaciuto ☺️
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i lettori solo un minimo smaliziati si accorgerebbero di essere presi in giro
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Direi tutti!
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l’onestà non solo sui pensieri, sulla storia/eventi, ma anche sulle location, va bene inventare, ma tutto deve essere verosimile
ne parlo qui
https://raffaeleabbate.wordpress.com/2018/03/19/le-location-de-la-tana-del-salmone/
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[…] L’onestà di un dialogo, infine, si riconduce alla coerenza dell’intero romanzo; qui troverete qualche informazione in più Non imbrogliate i lettori – consigli per autori esordienti […]
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[…] Conclusioni. Come anticipavo nel sottotitolo, non esistono regole, che non si attengano strettamente alla grammatica e al buon senso, per la scrittura di un racconto. L’ultimo consiglio che mi sento di darvi è quello di scrivere con onestà, e non è la prima volta che lo dico. Essere sinceri è il mantra per la scrittura: sinceri con voi stessi e con i lettori. A questo proposito: Non imbrogliate i lettori – consigli per autori esordienti. […]
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[…] Non imbrogliate i lettori – consigli per autori esordienti […]
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[…] che si sviluppa una storia e non è così che si introducono le plot twist o i colpi di scena (QUI un […]
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[…] Non imbrogliate i lettori: vademecum per esordienti […]
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[…] Non imbrogliate i lettori […]
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