100 libri da leggere almeno una volta nella vita – Parte I

© Editor Gloria Macaluso

Ognuno di noi nasconde in qualche angolo del proprio cuore un libro o due dai quali non riesce a staccarsi. Be’, vorrei che fosse semplice ottenere un altro cassetto in cui riporre pagine e storie diverse; un cassetto della memoria che faccia spazio a nuovi amori, a nuovi segreti e a nuove esperienze.

Purtroppo, i libri che mi rimarranno davvero nel cuore, fino a oggi, si possono contare sulle dita di una mano. Ma questo non significa che, un po’ più in alto, non ci sia spazio per qualcos’altro o, chissà, che i mie prediletti non cedano il posto a una nuova avventura.

Per questo, ho deciso di stilare una lista dei 100 libri da leggere almeno una volta nella vita– secondo me, ovviamente, e fino a oggi – augurandovi che, tra questi, possa nascondersi quello adatto al vostro speciale cassetto. Se non ci sarà, non disperate: leggere è l’unica attività che non vi farà mai perdere tempo.

Questo articolo si dividerà in quattro parti – voglio poter raccontare alla perfezione ogni libro senza creare un articolo di dimensioni mastodontiche –, perciò qui troverete la prima parte: 25 libri da leggere; QUI la seconda parte.

Ricordo che si tratta di una lista, non di una classifica, perciò le posizioni non rappresentano assolutamente una via preferenziale. Alla fine di ogni paragrafo troverete il link per acquistare il libro. Iniziamo.

1. Anna Karenina – Lev Tolstoj

Il classico russo per eccellenza, insieme a Guerra e Pace, è lo specchio di una società e di un’epoca passata, poco distante dalla nostra, ma non per questo meno attuale. Le emozioni e i sentimenti espressi con tanta semplicità quanta precisione sono un monito per i giovani lettori, ma soprattutto per i “giovani” scrittori. Thomas Mann lo definiva «Il capolavoro assoluto del xix secolo». La mole di questo libro non dovrebbe intimorire (come, purtroppo, capita spesso con i volumi imponenti), ma dare la certezza che la storia della quale vi innamorerete (perché sì, ve ne innamorerete) durerà più del solito. Per dare un assaggio a coloro che ancora non hanno imparato a conoscere Anna: «Non è un uomo, lui, è una macchina, e una macchina spietata, se va su di giri – aggiunse; lo aveva davanti agli occhi in ogni dettaglio della sua persona, del suo modo di parlare e del suo carattere, e gli rimproverava ogni cattiveria senza nulla risparmiargli, a ciò indotta dalla terribile colpa che sapeva di avere commesso»

Anna Karenina

2. Cime Tempestose – Emily Brontë

Uno dei miei primi amori nell’ambiente letteralmente eccezionale dei romanzi tardo – gotici. Abitato da passioni improbabili e ombre di fantasmiCime Tempestose racconta una delle più affascinanti storie d’amore, tormentata più che da una società restrittiva, da due caratteri opposti e, allo stesso tempo, complementari. Per i lettori poco esperti, il linguaggio utilizzato – perlomeno nella mia traduzione – potrebbe rivelarsi difficoltoso; tuttavia credo che confrontarsi con questo gioiello della letteratura sia un ottimo modo per crescere sia come lettori che come scrittori. Per darvi qualche assaggio di Cathy: «La sua irrequietudine era sempre al massimo e la lingua di lei non aveva un attimo di tregua: non faceva che cantare, ridere e assalire chiunque non la imitava. Era una monella sfrenata… ma aveva gli occhi più belli, il sorriso più soave e il passo più leggero di qualunque bambina della parrocchia». 

Cime tempestose

3. Gatti molto speciali – Doris Lessing

La mirabolante descrizione dei gatti della vita di Doris Lessing, autrice premio Nobel, mi ha completamente incantata. Sarà la scrittura scorrevole, le parole brusche, semplici e precise con le quali costella il suo romanzo o l’affetto che ho iniziato a provare per quei gatti solamente stampati sulla carta – o meglio nel mio cuore –, ma Gatti molto speciali è un libro che si è arrampicato nel cassetto delle mie storie e ha trovato il suo posto di diritto. Consiglio questo volume a chiunque sia innamorato di questi splendidi animali (e siete in molti, lo so!). Una storia coinvolgente che segue il filo delle vite dei piccoli felini e ne rivela il carattere, le attitudini e perfino le debolezze. Nulla di più bello, ne sono certa. Eccone un boccone: «La riportai a casa e ci pensai su. Era chiaro che quello di tenere in vita una gatta era un lavoro a tempo pieno. E io avevo da fare. E poi, continuavano a ripetere gli altri di casa, era solo una gatta. Ma lei non era soltanto una gatta. E per una serie di ragioni – tutte umana e per lei irrilevanti – non le si doveva permettere di morire». 

Gatti molto speciali

4. L’origine della specie – Charles Darwin

Non si tratta di narrativa, lo so, ma questa lista non può e non deve contenere unicamente romanzi. Il saggio naturalistico di Darwin, pubblicato nel 1844, è stato ed è ancora uno dei libri più influenti nella storia. Quello che molti – me compresa – sbagliano nell’approccio a questo trattato è il credere che ogni affermazione sia legge «Sembra che la condizione più favorevole al verificarsi di variazioni sia la riproduzione, per molte generazioni, allo stato domestico». Riflettere e reagire (se si hanno i mezzi intellettuali e conoscitivi sufficienti) è il miglior modo per leggere L’origine della specie, accompagnando la scoperta e la lettura critica con un forte senso di curiosità. Ho dovuto rileggere e rileggere questo volumetto fino a quando non sono riuscita a pormi delle domande, e che belle domande.

L’origine delle specie

5. Peter Pan e Wendy

Non saltate questo paragrafo pensando di essere troppo “cresciuti” per leggere Peter Pan. Insomma, siamo tutti dei bimbi sperduti! Ho un dolcissimo ricordo di questo libro che tengo separato dagli altri a causa di una copertina fragile (cioè praticamente inesistente) e della dedica fatta  a mio padre per il suo sesto o settimo compleanno. La mia edizione è rovinata, ingiallita, vissuta, cliccate QUI per vedere la foto. Lo lessi quando ero molto piccola, da sola, ma prima ancora mi fu letto da mia madre che travisava qualche passaggio un po’ troppo complicato per farmi assaporare tutto ciò che c’è di bello in questa storia. Un viaggio unico nei pensieri di un bambino che si rivelano essere le paure di un adulto. Consiglio questo libro a tutti quelli che, in un modo o nell’altro, si definiscono lettori: non puoi dire di aver letto fin quando non riesci a tirare fuori da un’opera come questa un senso profondo e umano. Vi lascio qualche frase, nel caso non le conosceste (nella mia versione, in una traduzione di Pina Ballario 1963, alcuni termini potrebbero non suonarvi familiari, ma io ho imparato ad amarlo così: «Appena udì che Peter stava rientrando, il Paese–che–non–si–trova si destò di nuovo alla vita. Veramente dovremmo usare il piucheperfetto e dire “si era già destato”, ma “si destò” è meglio perché era il tempo usato sempre da Peter. In sua assenza, tutto è quieto e normale nell’isola, le fate si concedono un’ora in più di sonno, le fiere attendono ai loro piccoli, i pellirosse mangiano a sazietà per sei giorni e sei notti filati; e quando i pirati e i bambini smarriti si incontrano, si contentano di mordersi i pollici, in atto di reciproca sfida».

Peter Pan

6. Una stanza tutta per sé – Virginia Woolf

Ormai non mi sopporterete più, lo so. Ho parlato di questo saggio in tutte le salse, ma non potevo non inserirlo nella lista dei 100 libri da leggere almeno una volta nella vita. Ho scritto un articolo molto approfondito in merito “Di cosa hanno bisogno le donne per scrivere un romanzo?” che vi consiglio di leggere che siate donne o uomini, s’intende. Per stuzzicare un po’ la vostra curiosità, ecco uno dei passi che più mi ha colpita: «Avete idea di quanti libri si scrivono sulle donne in un anno? Avete idea di quanti sono scritti da uomini? Sapete di essere l’animale forse più discusso dell’universo?». Ho detto tutto.

Una stanza tutta per sé

7. Se questo è un uomo – Primo Levi

La terribile testimonianza dell’Olocausto e di quello che un uomo, se così si può definire, può sopportare, dire e fare sotto il controllo di una società dittatrice, dispotica e omicida. Mi sono avvicinata a questo libro come credo quasi tutti noi, a scuola. Non citarlo in questa lista sarebbe stato un insulto a due o tre intere generazioni e non solo. La vera storia di un uomo discriminato, sfruttato e violato vista da ogni possibile e immaginabile angolazione. Ci sarebbero molti altri libri che ognuno di noi avrebbe il dovere di leggere – tra questi, La banalità del male – ma l’opera di Levi è l’emblema storico di una fase di buio inferno dei Lager: una narrazione sconvolgente che sembra quasi scontrarsi con la sua stessa natura di capolavoro letterario. Per i pochi che non si sono ancora approcciati a questo gigante, lascio una delle parti più drammatiche, a mio parere, rimasta impressa nella mia mente: «Sembra che tutto vada come ogni giorno, il camino delle cucine fuma come di consueto, già si comincia la distribuzione della zuppa. Ma poi si è udita la campana, e allora si è capito che ci siamo. Perché questa campana suona sempre all’alba, e allora è la sveglia, ma quando suona a metà giornata vuol dire “Blocksperre”, clausura in baracca, e questo avviene quando c’è selezione, perché nessuno vi si sottragga, e quando i selezionati partono per il gas, perché nessuno li veda partire».

Se questo è un uomo

8. Lezioni americane – Italo Calvino

Per cambiare decisamente argomento, ma rimanendo nell’élite degli autori italiani, un classico immancabile nel bagaglio di ogni lettore. Lezioni americane è la raccolta di 5 conferenze tenute da Calvino all’università di Harvard nel 1984. Ho parlato approfonditamente di tutto il volume e di ogni lezione in questo articolo: Libri – Calvino e le “lezioni americane” agli scrittori ma voglio riproporre un estratto fra i più celebri: «[…] mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile […]. Per questo cerco di parlare il meno possibile, e se preferisco scrivere è perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario».

Lezioni americane

9. Il giardino segreto – Frances Hodgson Burnett

La letteratura inglese del XIX, per quando all’avanguardia, non era solita classificare il target d’età per un romanzo, al massimo quello di genere. Perciò gli autori – e in questo caso l’autrice – solevano narrare storie più o meno alla portata di tutti, i quali protagonisti di qualsiasi età esprimevano sentimenti universalmente riconosciuti. Detto questo, Il giardino segreto è la diretta testimonianza di cosa un bambino è capace di fare per gli altri e, in questo caso, per un giardino. Perché avere un giardino significa anche avere un futuro, per parafrasare la Burnett. La storia di Mary Lennox mi ha emozionata e trascinata in un mondo talmente incantato da non sembrare reale. Credo che questo libro sia un ottimo inizio per tutti gli scrittori che desiderano approcciarsi a una letteratura semplice ma profonda, drammatica e giocosa allo stesso tempo. Eccone un assaggio «Tutto ciò sembrava un racconto tratto da un libro e non rallegrava per niente Mary. Una casa di un centinaio di stanze, quasi tutte chiuse a chiave, una casa vicino alla brughiera, dava proprio un’impressione di tristezza. E un uomo, gobbo per giunta, che vi si rinchiude dentro! Strinse le labbra e guardò fuori dal finestrino: le parve quasi naturale che la pioggia avesse cominciato a cadere, formando righe grigie, schizzando e scivolando lungo i vetri».

Il giardino segreto

10. Le mie prigioni – Silvio Pellico

Silvio Pellico si studia raramente anche nei licei classici, perciò sono convinta che pochi conoscano questo autore italiano, per darvi un’infarinatura generale potete cliccare QUI. Ho scoperto il libro in questione per caso, frugando nella piccola biblioteca di mio padre (dove ho scovato praticamente la metà di tutti i libri letti fino a ora), e ho fatto qualche ricerca su internet. Il giorno dopo, con il libro nello zaino, ho chiesto al mio professore di storia di parlarci dell’autore che è stato anche patriota italiano; ha accolto la mia richiesta con grande stupore e qualche nota di confusione e ha rimandato la discussione al giorno dopo (forse per organizzare una lezione ad hoc). Fatto sta che, forse per la bravura dell’insegnante o forse per la copertina ingiallita del libro di mio padre, mi sono avvicinata alla lettura e ne ho ricavato un’esperienza profonda e a tratti dolorosa. Si tratta di un libro di memorie scritto a partire dal 1820 che raccoglie i pensieri dell’autore durante la sua prigionia a Milano – a causa dell’adesione ai moti carbonari ( la Carboneria aveva un’inclinazione anti–assolutista) – fino al suo ritorno a casa, dieci anni dopo. Si tratta di una testimonianza unica, italiana e scritta con maestria, emozione e un linguaggio assolutamente emblematico di quel periodo. Vi riporto una delle frasi finali, la mia preferita: «Ah! Delle passate sciagure e della contentezza presente, come di tutto il bene e il male che mi sarà serbato, sia benedetta la Provvidenza, della quale gli uomini e le cose, si voglia o non si voglia, sono mirabili strumenti ch’ella sa adoperare a fini degni di sé». 

Le mie prigioni

11. Foglie d’erba – Walt Whitman

È una raccolta di poesie, lo so, e allora? Foglie d’erba è uno dei libri più accattivanti che abbia mai letto. All’inizio l’ho sfogliato come si fa con le riviste, soffermandomi solo sulle pagine che più attiravano la mia attenzione: una parola, una frase o la struttura della poesia. Dopo qualche giorno che sostava sulla mia scrivania, mi sono decisa  a leggerlo in ordine dalla prima fino all’ultima facciata. Il percorso che l’autore ha voluto tracciare era chiaro: celebrare tutto ciò che è vivo, vivente o in procinto di esistere, attraversando ogni piano di ciò che è vero ma non necessariamente tangibile. Vorrei riproporvi qui la poesia che più di tutte mi ha lasciato modo di riflettere.

Poeti futuri! Oratori, cantori, musicisti a venire! L’oggi non può giustificarmi e chiarire che cosa sono, ma voi, una nuova nidiata, nativa, atletica, continentale, più grande di quelle conosciute prima, sorgete! Poiché voi dovete […]

Foglie d’erba

12. Moby Dick – Herman Melville

Il viaggio di Melville all’inseguimento dell’irraggiungibile balena è il miscuglio perfetto tra un diario, un thriller e un trattato di zoologia. Quando mio padre mi disse di essere particolarmente affezionato a questo libro, non gli diedi importanza. Non volevo leggerlo per niente al mondo e per di più senza il briciolo di un motivo valido che sostenesse questo mio rifiuto. Pochi anni dopo, il liceo me lo parò davanti come un mattone e non ebbi altra scelta. Alcuni capitoli, lo ammetto, possono intimorire i lettori affezionati a una narrazione incalzante, poiché si dilungano in descrizioni e digressioni che sfiorano la definizione di “manuale tecnico”… ma un po’ di cultura generale non ha mai fatto male a nessuno. L’aspetto eccezionale che mi ha spinta a inserire questo capolavoro nella lista dei 100 libri da leggere almeno una volta nella vita è la caparbietà del protagonista, l’odio che spinge il capitano Achab a cercare con prepotente impellenza la Balena Bianca e la voce della ragione, Starbuck. Un viaggio che conosciamo un po’ tutti dai poemi greci. vi lascio uno dei passi più celebri: «Achab ammucchiava sulla gobba bianca della balena la somma di tutta la rabbia, di tutto l’odio sentito dalla sua razza fin dai tempi di Adamo; e poi, come se il suo petto fosse stato un mortaio, le sparava addosso la carica del suo cuore ardente»

Moby Dick

13. Il piccolo principe – Antoine de Saint – Exupéry

Ho letto questa perla per la prima volta all’età di sette anni, ma sono riuscita a comprenderla appieno solo crescendo. Una storia poetica, malamente riposta nell’esclusiva cerchia di letteratura per bambini. Antoine de Saint – Exupéry, al contrario, narra e incoraggia valori umani universali come l’amicizia, la ricerca di sé e la voglia di vivere. Valori che andrebbero ricordati agli adulti, oltre che insegnati ai bambini. Una piccola storia dal grande significato che dimostra quanto l’amore possa cambiare il nostro destino e noi stessi. E poi, ragazzi, la volpe è davvero un amore. Eccone un assaggio per i pochi che ancora non l’hanno letto: «Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare tra milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda».

Il Piccolo Principe

14. 1984 – George Orwell

Eurasia, Oceania ed Estasia sono in guerra. Il mondo è diviso in tre superpotenze. Winston Smith è un impiegato a Londra, capitale dell’Oceania e dominata dal Grande Fratello. Nulla è apparentemente proibito in questa società; nulla, forse, tranne pensare: lo psico – reato. Bisognerebbe leggere 1984, tutti dovrebbero. Non solo per la tragica profezia di Orwell, ma per ricordarci il passato e tenere a mente cosa può diventare il futuro. Questo libro mi ha accompagnata per anni: ne leggevo qualche capitolo e lo abbandonavo e sempre così a oltranza fin quando non sono riuscita a capire il suo vero valore. Vi lascio una delle parti iniziali più coinvolgenti, secondo me: «Il programma dei Due Minuti d’Odio cambiava ogni giorno, ma Goldstein ne era sempre l’interprete principale. Era il traditore per antonomasia, il primo ad aver contaminato la purezza del Partito. […] L’Odio era iniziato da meno di trenta secondi e già da una buona metà dei presenti prorompevano incontrollabili manifestazioni di collera. […] Nel secondo minuto, l’Odio raggiunse il parossismo. I presenti si sedevano e balzavano in piedi di continuo, urlando con tutte le loro forze nel tentativo di coprire l’esasperante belato che proveniva dal teleschermo; la donna dai capelli color sabbia si era fatta tutta rossa in viso mentre la bocca le si apriva e chiudeva come quella di un pesce tirato fuori dall’acqua»

1984

15. Discorso sul metodo – Cartesio

Ci sono libri che tracciano il passaggio da un’epoca all’altra e Discorso sul metodo è uno di quelli. Quello che oggi studiamo e il modo in cui lo facciamo è il frutto di un metodo, molto probabilmente proprio il metodo di Cartesio. Sono sicura che molti abbiamo dovuto studiare questo libricino durante gli studi, ma sono altrettanto sicura che la maggior parte se ne sia dimenticato. Invece, no, non dovrebbero. Nel 1637, Cartesio definì la premessa metodologica per lo studio – in particolare la scienza – che indusse gli studiosi a formulare il «metodo per ben condurre la propria ragiona». Per lasciarvi un assaggio filosofico e poetico di Cartesio: «[…] mi accorsi che nel momento stesso in cui volevo pensare che tutto fosse falso, era necessario che io, che così pensavo, fossi qualche cosa. Notai allora che la verità: “io penso, dunque sono” era così solida e certa, che non avrebbero potuto rimuoverla neppure le più stravaganti supposizioni degli scettici, e quindi giudicai che potevo accoglierla senza esitazione, come primo principio della filosofia che andavo ricercando».

Discorso sul metodo

16. Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop – Fannie Flagg

La narrazione parallela tra la signora Weems e l’anziana signora Threadgoode è ciò che di più comico e drammatico abbia mai letto. Tra gli anni ’30 e ’40, in Inghilterra la società inizia a mutare, ma alcuni pensieri e convinzioni hanno radici troppo profonde. La popolazione nera fatica a essere inquadrata al di fuori dell’ottica della servitù e una storia d’amore si intreccia a questa tematica. Un romanzo eccezionale ed estremamente femminile – ma non per questo meno adatto a un pubblico maschile – che mi ha fatto scoprire un linguaggio ambivalente il quale significato crea una doppia e terribilmente vera interpretazione. Vi lascio un assaggio tra le citazioni più famose «Se chiudi in trappola un animale selvatico, puoi star certa che morirà, ma se lo lasci libero, nove volte su dieci tornerà a casa».

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop

17. L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera

Kundera ha letteralmente incantato il mio cuore. Per non essere ripetitiva, ecco l’articolo in cui spiego perché ogni parola di questo romanzo mi abbia affascinata e abbia suscitato in me una perenne sensazione di scoperta Scrivete di pesantezza o di leggerezza? – L’insostenibile leggerezza dell’essere. Per stuzzicare la curiosità dei più pigri, eccone un estratto: «Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliono qualcosa dall’altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza».

L’insostenibile leggerezza dell’essere

18. Lettera di una sconosciuta – Stefan Zweig

In appena 83 pagine, Zweig è riuscito a incanalare ogni sorta di sentimenti che una donna possa – o creda di – provare nei confronti della figura maschile, sfuggente e assolutamente inconsapevole. Questo racconto, scritto nel 1922, racchiude qualcosa di estremamente attuale, a mio parere: il senso di utilità e non riconoscenza, l’invisibilità agli occhi tanto quanto al cuore. Questo libricino mi fu regalato durante una conferenza di antropologia – Zweig fu mediatore culturale oltre che giornalista e scrittore – e rimase a prendere polvere per qualche mese finché un pomeriggio nuvoloso complice di un brutto raffreddore non me lo fece aprire. Vi lascio uno dei miei passi preferiti «Certo,più tardi,anzi presto,ho sperimentato di persona che riservi quello sguardo che ti abbraccia e ti cattura,quello sguardo che ti avvolge e insieme ti spoglia,insomma lo sguardo del seduttore nato,a ogni donna che sfiori,a ogni commessa che ti serva in una bottega,a ogni camerierina che ti apra la porta».

Lettera di una sconosciuta

19. Gente di Dublino – James Joyce

Quindici racconti che, attraverso i loro protagonisti, vivono la città di Dublino, implacabile sfondo di quelli che oggi definiremmo una serie di anti – eroi. La storia di come questo libro è finito tra le mie mani è, a parer personale, abbastanza particolare: in una delle cittadine a pochi passo dalla sperduta campagna in cui vivo  si trova una piccola libreria, La Piuma. Camminavo per il corso con una delle mie più care amiche e mi sono fatta attirare – come sempre, ovviamente – dalla vetrina stracolma di libri. La mia amica, che nemmeno si sogna di sfogliare mezza pagina, dopo dieci minuti che stavo con il naso appiccicato al vetro, entra sbuffando, acchiappa il primo libro che le capita tra le mani, e me lo regala. Insomma, chi non vorrebbe un’amica così? Joyce esplora la città come se fosse una persona in crescita: infanzia, adolescenza, maturità e vita pubblica e ne estrae ogni aspetto, sprezzante e amorevole. Ecco un estratto da Eveline: «Ora che lei aveva acconsentito ad andarsene, a lasciare la casa. Ma era giusto? Cercava di valutare ogni aspetto della faccenda. A casa sua avrebbe avuto comunque un tetto e un pezzo di pane […] Cosa avrebbero detto ai magazzini quando si fosse saputo che era fuggita con uno sconosciuto?».

Gente di Dublino

20. Io e Marley – John Grogan

Come fai a inserire questo romanzetto  al fianco di autori come Joyce?, mi chiederete. Be’, lasciatemi dire che fra i 100 libri da leggere almeno una volta nella vita. a Io e Marley spetta un posto d’onore. Quello che cerchiamo nelle storie sono le emozioni e come potrei negare l’innumerevole carico di commozione, amore, amicizia, affinità e dolore che questo romanzo mi ha regalato? Io, poi, che ho amato il mio labrador Teddy per 12 anni? Molti di voi avranno sicuramente visto la trasposizione cinematografica che, seppur nulla toglie al romanzo, non è e non potrà mai essere toccante quanto le parole scritte di Grogan. Ecco una delle mie parti preferite: «Domani la casa sarebbe stata rumorosa e di nuovo piena di vita. Per stasera eravamo solo noi due, Marley e io. Giacendo lì con lui, il suo fetido fiato sulla mia faccia, non potei fare a meno di pensare alla nostra prima notte insieme di tanti anni fa quando l’avevo portato a casa dall’allevamento, un cucciolino che piagnucolava in cerca della mamma. Ricordavo come avevo trasportato la sua scatola in camera mia e il modo in cui ci eravamo addormentati insieme, il mio braccio che penzolava dalla sponda del letto per confortarlo. Tredici anni dopo, eccoci qui, tuttora inseparabili. Pensavo alla sua infanzia e alla sua adolescenza, ai divani ridotti a brandelli e ai materassi masticati, alle fantastiche passeggiate lungo l’Intercoastal e ai balli guancia a guancia con lo stereo a tutto volume. Pensavo agli oggetti trangugitati, ai libretti di assegni rubati e ai dolci momenti di empatia cane-uomo. Per lo più pensavo a che buono e fedele compagno era stato in tutti quegli anni. Che fantastico viaggio!»

Io & Marley

21. Scrivere bene – William Zinsser

Credo di aver già parlato di questo piccolo volume nell’articolo: Libri – i migliori manuali di Scrittura Creativa #1, ma per esserne sicura ne accennerò qualcosa anche qui. Chiunque voglia leggere “bene” deve anche sapere come scrivere “bene”. Zinsser ha creato un’intramontabile lezione di stile, linguaggio, espressione e comprensione che ogni aspirante scrittore dovrebbe conoscere. nulla rimane al caso, quando si scrive, se non l’ispirazione, che non è dir poco! «Non esiste un modo giusto per fare questo lavoro. Ci sono scrittori e metodi di ogni tipo, e qualsiasi metodo vi aiuti a dire ciò che che volete dire è quello più adatto a voi».

Scrivere bene

22. Il libro della giunga – Joseph Rudyard Kipling

Siamo tutti affezionati a Mowgli, forse più per il film d’animazione targato Disney che per il capolavoro di Kipling. Chiunque non avesse ancora letto questa raccolta di racconti, si senta in grande difetto! Non si può ignorare un premio Nobel, per di più quando indaga fattori psico – pedagogici e antropologici attraverso una favola dagli eccezionali colori umani, popolata da personaggi unici. Ho letto Il libro della Giungla attraverso le parole di mia madre, che era solita raccontarmi storie prima di dormire e poi con i miei occhi, quando mi fui sentita abbastanza sicura di capirlo appieno. Leggete un po’ qui: «Il sole fa danzare le rocce nella caldura e i piccoli mandriani odono un avvoltoio (mai di più), che fischia quasi invisibile sopra le loro teste, e sanno che se uno di loro o una bestia morisse, quell’avvoltoio piomberebbe giù repentinamente, e il più prossimo, a molte miglia di distanza, lo vedrebbe cadere e lo seguirebbe, e un altro lo imiterebbe e un altro ancora, e quasi prima che fossero morti, una ventina d’avvoltoi famelici sarebbero usciti da non si sa dove». 

Il libro della giungla

23. Il nome della rosa – Umberto Eco

In questa lista, fino a ora, gli autori italiani scarseggiano, lo so. Forse perché suppongo che tutti, prima di cimentarsi nelle letture straniere, si siano confrontati con le nostre menti geniali e, fra queste, non poteva mancare quella di Umberto Eco. Insieme a Il cimitero di PragaIl nome della rosa è IL romanzo storico per eccellenza (per approfondire l’argomento Il romanzo storico: scrivere di realtà con fantasia). Nulla mi convince del fatto che per scrivere sia necessario documentarsi più della stesura di quest’opera: travolgente, avventurosa e emblematicamente precisa. Per intenderci: «Dunque da tempo i monaci ironizzavano sugli sguardi teneri che Berengario lanciava ad Adelmo, che pare fosse di grande avvenenza. […] Ma credo che gli abati ritenessero che un eccessivo potere del papa significasse un eccessivo potere dei vescovi e delle città, mentre l’ordine mio aveva conservato intatta la sua potenza nei secoli proprio in lotta col clero secolare e i mercanti cittadini, ponendosi come diretto mediatore tra il cielo e la terra, e consigliere dei sovrani».

Il nome della rosa

24. I 100 libri che rendono più ricca la nostra vita – Piero Dorfles

Perciò, oltre i 100 libri che vi consiglierò nel corso di questi quattro articoli, eccone altri 100 (più un racconto) consigliati da Piero Dorfles. Non si tratta di opere “belle”, ma di libri che lasciano il segno. Mi feci regalare questo volume per il mio ultimo compleanno (qualche giorno dopo, se non sbaglio, per via della data di uscita), perché ho un’insana passione per i libri che parlano di libri. In questo caso, Dorfles non raccoglie i libri già entrati nella storia di diritto, ma quelli che, ad oggi, possono essere argomento di discussione. Ecco un estratto dalla prefazione «Si tratta più che altro della personalissima e discutibilissima selezione dei cento libri che oggi, in Italia, a mio avviso, è bene aver letto perché sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo; quelli che permettono di stabilire un contatto con gli altri lettori».

I cento libri che rendono più ricca la nostra vita

25. Piccole donne

Esiste una colossale differenza quando si rilegge un libro a distanza di anni. Mi venne regalato all’età di dieci anni circa, ma non lo lessi subito. Due anni più tardi mi ricapitò fra le mani e me ne innamorai. Lo scorso Natale, dopo aver guardato il film con Winona Ryder, mi convinsi a rileggerlo, insieme al seguito Piccole donne crescono. Il personaggio di Jo, naturalmente, ha dato manforte alla mia passione per la scrittura. A differenza di quando avevo dodici anni, mi sono resa conto di quanto sia presente l’impronta femminile, quella che oggi definiremo da girl – boss. Nei seguiti, la vita e la morte si scontrano con l’esistenza delle sorelle March e ciò che rende tutto estremamente veritiero quanto terribile è l’infrangersi dei sogni infrantili contro gli scogli della maturità. «L’amore è un fiore che sboccia dovunque, compie i suoi dolci miracoli sfidando il gelo dell’autunno e la neve dell’inverno e torna a rifiorire, turgido e fragrante durante il corso dell’anno, rendendo felice chi lo dona e chi lo riceve».

Piccole donne

26. Non sperate di liberarvi dei libri – Jean – Claude Carrière, Umberto Eco

Jean – Claude Carrière e Umberto Eco hanno creato il titolo più sublime e con la promessa più bella che io abbia mai letto. Un saggio/trattato divertente e incalzante sullo sviluppo dell’editoria, costellato da ipotesi a tratti apocalittiche sulla futura distribuzione e creazione dei libri. Si tratta di un libro che chiunque voglia comprendere le meccaniche dell’editoria dovrebbe leggere: una digressione dalle origini fino ai fatali pensieri del futuro. «Il libro si appresta a fare la sua rivoluzione tecnologica. Ma cos’è un libro? Cosa sono i libri che, sui nostri scaffali, su quelle delle biblioteche del mondo intero, racchiudono le conoscenze e le fantasticherie che l’umanità da quando è in grado di scrivere?».

Non sperate di liberarvi dei libri

 

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Conclusioni. Spero che la prima parte di questa lista vi abbia fatto scoprire qualcosa di nuovo e che i libri elencati possano trovare un posto nella vostra pole position. Ognuno dei 100 libri che vi racconterò ha lasciato qualcosa dentro di me, un’impronta, se così si può definire, sia per quanto riguarda il pensiero sia per lo stile di scrittura. Ogni aspirante scrittore dovrebbe confrontarsi con una moltitudine di autori, anche quelli che riteniamo più lontani da noi, per assaporare ogni meravigliosa sfaccettatura di quest’arte che non posso che ringraziare ogni giorno.

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Ecco la seconda parte di 100 libri da leggere almeno una volta nella vita: 100 libri da leggere almeno una volta nella vita – Parte II

AGGIORNAMENTO: Il progetto Tre racconti per… sta per vedere la luce! Lunedì 3 settembre annuncerò i racconti selezionati! Coloro che non verranno contattati lunedì riceveranno comunque una risposta esaustiva nel corso della prossima settimana. Ricordo ai tre autori selezionati di condividere l’articolo in cui inserirò il loro racconto: quello che tra i tre riceverà più consensi potrà pubblicare anche un’intervista!

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A presto,

Gloria

36 risposte a “100 libri da leggere almeno una volta nella vita – Parte I”

  1. 1 – lasciato a metà anni fa, ma potrei ricominciarlo
    2 – stupendo
    3 – m’incuriosisce
    4 – già preso e ancora da leggere
    6 – anche questo m’incuriosisce
    7 – deludente
    10 – discretamente coinvolgente
    11 – bello, anche se con la traduzione ho perso la metrica
    13 – sopravvalutatissimo
    14 – icona letteraria: da leggere e rileggere
    15 (hai ripetuto 14, quindi sono 26 libri) – istruttivo
    22 – ce l’ho: forse un giorno lo leggerò

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    • Gatti molto speciali, per te, sarebbe perfetto, ne sono sicura! Non sono d’accordo sul Piccolo Principe e su Se questo è un uomo… ma credo sia questione di gusto! Pienamente in linea per 1984 e Foglie d’erba. Grazie per l’appunto, vorrà dire che saranno 100 + 1 libri da leggere! 😀

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  2. L’insostenibile Kundera, letto prima dei vent’anni mi aveva rapita, ripreso in mano a 25 mi fece venire la nausea: schifoso paraculo.
    Ne ha scritti di meno irritanti.

    Piccole Donne e tutta la Alcott (di cui preferivo “Una ragazza fuori moda”) riletta da grande l’ho trovata intrisa di tanto buonismo da detestarla (con gli autori me la prendo molto sul personale: mi hanno cresciuta i libri).

    Di Eco ho comprato un libro settimana scorsa, mi era appena finita la nausea per le sue parole che “Il nome della rosa” mi aveva suscitato. 18 anni fa.

    Insomma, son gusti.

    Ora come ora, nella lista dei libri da leggere, accosterei “Il Giardino Segreto” (amato al pari di “Papà Gambalunga” e “Oliver Twist”) al primo volume di Hunger Games, dove alle sesta pagina non mi tornava il grado di perfezione raggiunto (io i libri quando li leggo, li correggo: troppi “che” mi urtano, le virgole spruzzate a caso di più, una frase senza ritmo mi alimenta l’orticaria) e Wikipedia ha sedato i miei dubbi a suon di dati curricolari su autrice e team di editor. Un prodotto perfetto.

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      • Sugli altri sono d’accordo 🙂

        Quelli che ho letto eh: Joyce l’ho abbandonato dopo 6 facciate. Non faceva per me, all’epoca.

        E le Lezioni Americane le ho in lista da parecchio, vedrò di prenderle in mano entro fine anno, lui però lo amo.

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  3. Alcuni letti tanti anni fa e ne ho un ricordo favoloso, alcuni sono già nella mia lista di libri da leggere, altri non li conoscevo e sono stati un’ottima scoperta…attendo la seconda parte, per ora salvo questa…😃 buona domenica

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  4. Adoro queste liste, è un po’ di tempo che mi sto dedicando ai classici e mi danno sempre nuovi spunti :)) di questi ho letto cime tempestose, se questo è un uomo, il giardino segreto, moby Dick (che fatica😅), il piccolo principe, 1984, il nome della rosa e piccole donne… gli altri saranno presto nella mia wishlist 😊

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