Dizionario editoriale: cartelle, gabbia, smarginatura

gloria macaluso

La nuova rubrica “Dizionario editoriale” apre i battenti. In questa serie di articoli parlerò delle definizioni più comuni (ma anche meno chiare) che si possono incontrare nel percorso di chi scrive e di chi lavora nel campo dell’editoria.

Iniziamo?

La cartella editoriale, questa sconosciuta.

Per “cartella editoriale” si intende un’unità di misura che indica la quantità di caratteri spazi inclusi presenti in un foglio dattiloscritto. L’unità di misura si utilizzata per conteggiare i caratteri e quindi la lunghezza del testo sia nelle CE, sia nei concorsi o premi letterari sia per il lavoro di correzione di bozze/editing eccetera.

Esistono, però, tre tipologie di “conteggio” della cartella.

La cartella standard conta 1800 caratteri spazi inclusi e suddivide il foglio dattiloscritto in 30 righe da 60 battute circa. Questa è la misura “standard”, appunto, applicata dalla maggior parte delle Case Editrici.

La cartella da 2000 caratteri (più semplice, secondo me, per il lavoro di editing) conta appunto 2000 caratteri spazi inclusi (e non è necessario suddividere i fogli).

La cartella da 1600 caratteri spazi inclusi, solitamente utilizzata dalle Agenzie Letterarie e da qualche concorso.

Conteggiare le cartelle totali di un dattiloscritto è abbastanza semplice. Innanzitutto, bisogna conoscere i caratteri (su Word e in qualsiasi programma di videoscrittura basta cercare “conteggio caratteri”) e visionare quelli con gli spazi inclusi.

Dopodiché suddividere i caratteri per l’unità della cartella scelta. Poniamo di voler sapere di quante cartelle da 2000 è composto il testo di 187.714 caratteri spazi inclusi. Faremo questa operazione: 187.714 diviso 2000 = 93, 8 cartelle editoriali.

Con questo numero possiamo sapere, ad esempio, se il nostro testo può partecipare a un concorso che richiede opere di massimo 100 cartelle editoriali oppure possiamo sapere il costo di un editing conoscendo anche il prezzo a cartella.

Per gabbia di testo si intende il tracciato arbitrario, di solito rettangolare, entro il quale, sulla pagina bianca, si posizionano testi e figure. La gabbia è quindi il “limite” imposto al contenuto della pagina.

La smarginatura, invece, si riferisce a illustrazioni o scritte che sbordano rispetto al margine non stampato della pagina, quindi della gabbia scelta. È un termine abbastanza comune quando si parla di stampa di illustrati o di edizioni di pregio.

Ed ecco tutto, per oggi!

A presto,

G.

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