Noi non siamo solo carta e inchiostro, giusto? Io non lo sono affatto. Dietro ogni parola si nasconde un universo di ragionamenti, di dolori e, a volte, di vittorie. Per questo ho deciso di iniziare a scrivere il percorso che mi porta, appunto, a scrivere.
Quali sono i sentimenti dietro un articolo? Al di là di un romanzo, di un racconto o di una poesia? Cosa fanno gli scrittori e gli addetti alla scrittura per continuare a vivere di parole? E quando dico vivere, intendo sentire le storie, accompagnare i nostri personaggi e quelli di qualcun altro nel viaggio della nostra vita.
Dove trovo l’ispirazione? Ah, se ci fosse un posto, una fonte, da cui tutti possano attingere! Be’, in questa pseudo-rubrica vi racconterò di me, semplicemente. Di come cerco questa fonte, delle volte in cui mi è sembrato di esserci vicina e di quei momenti in cui la sentivo troppo lontana.
La Natura
Adoro le piante. Tutti i tipi, nulla escluso. Anche le erbacce mi fanno tenerezza. Non capisco quelle persone a cui non piace stare in mezzo alla natura, che odiano gli alberi. Come si possono odiare gli alberi? Gli alberi ci donano i libri, andiamo. Anche Leopardi aveva la sua siepe. Sono pazzamente innamorata delle piantine di fragole con i fiorellini bianchi; ne ho la casa piena. Da bambina, mio padre coltivava un immenso orto nel nostro giardino e mi permetteva di piantare qualche cespuglietto o di innaffiare di qua e di là i suoi pomodori.
Sì, bello, ma cosa c’entra con la scrittura?, direte voi.
Be’, la mia sfrenata passione per la natura ha arricchito anche la mia conoscenza sui tipi di piante e su dove esse crescano o meno. Mi è capitato di correggere un romanzo in cui l’autore era convinto che le Stelle di Natale (euphorbia pulcherrima) tingesse di rosso le loro foglie in estate e per di più al mare. Ma non è solo una questione di precisione botanica: la natura accresce la mia capacità di scrivere di natura, appunto (come ogni passione dovrebbe accrescere la nostra conoscenza). Se voglio descrivere un paesaggio montano o una riviera, so perfettamente che tipo di ambiente devo far percepire al lettore, che particolare fiore può insinuarsi ai lati di un selciato, o quale clima è più frequente (oppure meno). Questo è un assoluto vantaggio.
Oltre all’aspetto tecnico, la natura mi ha insegnato anche la pazienza e la costanza: dalle primule ho imparato che ogni cosa muore, la salvia mi ha insegnato la forza e il gelsomino mi ha fatto capire che c’è sempre un tempo adatto per fiorire. Questi piccoli insegnamenti mi hanno spronata a scrivere e lo continuano a fare ogni giorno.
In questa primavera un po’ dispettosa, ho scritto tanto e l’ho fatto nel mio giardino. Ho la fortuna di avere un grande spazio verde, come vedete in foto. Lì, in mezzo a conigli e uccellini, ho trascinato il mio portatile e ho scritto come mi capita raramente: senza pensare alle correzioni, senza preoccuparmi dei dettagli e della sintassi, in modo selvaggio, oserei dire.
Anche questo è stato un insegnamento della natura: la libertà.
***
La mia giornata nella natura come scrittrice inizia nel primo pomeriggio quando, tempo permettendo, mi fiondo sulla botte a tavolino sotto gli alberi di susine (che in questo periodo sbocciano!) mentre i petali dei loro fiori cadono sul mio portatile come nei migliori film romantici. Ah, potrei sembrare troppo sdolcinata! Ma questo è ciò che provo stando in mezzo alla natura.
Inizio a scrivere a partire da una frase lasciata a metà la sera prima ma, la maggior parte delle volte, non sono nello stato d’animo giusto per continuare quello che avevo in mente. A quel punto, apro un nuovo file e scrivo un paragrafetto diverso; mi guardo attorno e descrivo gli alberi, il clima, gli animali che corrono. Altre volte, invece, senza l’aiuto dei tasti o di una buona connessione, scrivo a mano oppure disegno. Tutti questi piccoli passaggi fanno fiorire in me nuove idee che faticano a rimanere impresse e proprio nella loro vaghezza diventano meravigliose: le appunto dove mi capita e continuo a immergermi nella mia mente.
Si tratta di qualcosa che ho imparato con gli anni; la pazienza di chi aspetta non è sempre premiata (e i miei fiori lo dimostrano), ma insegna qualcosa, ogni singola volta.
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E voi? Qual è la passione che vi aiuta e vi sprona nella scrittura?
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Qui, l’artcolo che ha fatto nascere l’idea di questa rubrica: La mia “writing routine” – una giornata per scrivere
In questa pagina troverete tanti consigli di scrittura: Scrittura Creativa
Alcuni consigli di lettura sui giardini e la natura:
Il grande libro del giardino. Guida completa
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A presto, Gloria
31 risposte a “Una giornata da scrittrice – la natura”
Molto bello il tuo angolo di verde, soprattutto se non hai vicini di casa.
La passione (ma la definirei più ossessione) che mi spinge a scrivere è proprio la passione (ossessione) per la scrittura, in quanto sento la vitale esigenza di evadere da un mondo che non mi dà soddisfazioni (le cose belle sono poche e/o durano troppo poco, mentre quelle brutte sono onnipresenti).
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Mi piace! Be’, anche se non è proprio simile all’amore per la natura! Non hai una passione esterna alla scrittura che ti aiuta a scrivere? Non so, uno sport? La collezione di qualcosa?
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La natura mi piace, però al netto della presenza umana: dev’essere incontaminata.
Mi piace leggere, guardare film, videogiocare, visitare musei e altre cose, ma sono semplici passioni, quindi interessi moderati.
Io vengo coinvolto emotivamente solo quando la passione diventa ossessione; in questo caso includo la scrittura e, quando mi capita, l’amore.
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Sei sempre coerente con il tuo pensiero, Vittorio!
Allora qualcuno di “umano” può anche farti innamorare 😌
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Purtroppo sì: è il mio punto debole XD
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Camminare mi aiuta tantissimo, che sia nella natura o in città (infatti questo brutto tempo che mi priva delle mie passeggiate al fiume mi sta uccidendo!). Mentre cammino, le uniche cose che posso fare sono osservare e pensare, niente di meglio per uno scrittore!
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Bellissimo, Katy! Anch’io vivo vicino a un fiume, ma vicino non c’è nessuna sponda percorribile a piedi 😕 oltre il fatto che le zanzare sono davvero insopportabili d’estate di fianco all’acqua!
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Questo è vero! Però in questo periodo di fioritura è davvero bello 🙂
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Quando correvo con assidua frequenza nel bosco di Capodimonte mi venivano un sacco di idee oppure come continuare qualcosa ciò che avevo abbozzato qualche giorno prima o appena sveglio. E questo mi spronava ancora di più col sole che giocava con le cime e le foglie degli alberi che toccate anche da un leggero venticello brillavano e pareva non facessero altro che darsi di gomito e chiacchierare senza sosta forse di tutti quei corridori, maschi e femmine, che sgambettavano e sudavano sotto i loro occhi.
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Bello, Armando! Io Al contrario non amo correre, ma stare seduta sotto gli alberi e la loro ombra a pensare, leggere o scrivere!
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Capita anche a me di fare come te. E godere di quei momenti.
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Beata te! Io, quando scrivo, devo estraniarmi completamente. Chiuso tra quattro mura, cuffie nelle orecchie e musica ad alto volume. Scrivo come dormo: il minimo rumore mi risveglia. No, non fa per niente bene alla salute…
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Scrivi solo nella tua testa, è un modo per farlo anche quello!
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Credo dipenda molto dal carattere e dal modo in cui si scrive…
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Mi trovi sulla stessa lunghezza d’onda!
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Che immagine meravigliosa che hai trasmesso. Anche a me sembra di scrivere molto meglio quando sono all’aria aperta. Solo che, purtroppo, devo accontentarmi del balcone 😀 Purtroppo non ho molta possibilità di stare in mezzo al verde e noto che questo limita molto la mia scrittura quando devo descrivere la natura. Mi sento sempre impacciata e temo ogni volta di scrivere delle corbellerie. Certo, si può sempre fare una ricerca sui libri o su internet, ma decisamente non è la stesa cosa che “viverla” di persona.
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Ciao Chris! Grazie! Sì, hai ragione, non è per niente la stessa cosa! Quando devo cercare la provenienza di una pianta che non conoscevo, noto che trasmetto e descrivo con molta più fatica di quando parlo di ciò che ho potuto sentire, vedere, annusare!
Non riesci proprio, ogni tanto, a fare una scappata in qualche bosco o in un parco?
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E’ proprio vero; l’esperienza è fondamentale per gli scrittori. Sì, con la bella stagione riesco a raggiungere la natura, i parchi soprattutto. Ma senza una guida, non saprei riconoscere un abete da una betulla! 😉 ^_^
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[…] Qui, il primo articolo della mia rubrica: Una giornata da scrittrice – la natura […]
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camminare fa bene
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Moltissimo!
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[…] Qui il mio precedente articolo di questa pseudo – rubrica: Una giornata da scrittrice – la natura […]
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[…] Una giornata di scrittrice: la natura […]
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[…] Stare in mezzo alla natura. Qui lo spiego molto meglio: “Una giornata da scrittrice – la natura” […]
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[…] Una giornata da scrittrice – la natura […]
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