Finalmente eccoci arrivati all’ultima parte di questa lista sui 100 libri da leggere almeno una volta nella vita – 2018. Ho dovuto scavare nella memoria per riuscire a trovare 100 titoli “degni” di esservi consigliati, ma credo di essere riuscita a fare un lavoro apprezzabile, almeno secondo i miei gusti.
Sapete, ho molte occasioni per parlare dei libri letti, sia con gli autori con cui collaboro sia in famiglia o con amici, ma scrivere di libri non è proprio la stessa cosa. In poche righe devi riuscire a esprimere tutte le emozioni che quelle precise parole, quel preciso autore ti hanno suscitato e non è sempre così semplice. Devi saper catturare il lettore attraverso le parole di qualcun altro, mostrargli la parte migliore delle ipotesi, del tema, dei personaggi, della stessa storia.
Insomma, questi quattro articoli sono stati un’impresa e una gioia allo stesso tempo. Ma non finirà qui, 100 libri non sono poi così tanti: per il 2019 scriverò un’altra serie di articoli. Per ora, vi lascio a questa lista, forse la meno scontata, sulla quale ho lavorato moltissimo. Spero che vi piaccia!
Al termine di ogni paragrafetto troverete il link attraverso il quale potrete acquistare il libro. Vi ricordo che non si tratta di una classifica, ma di una semplice lista. Iniziamo.
1. La Montagna Incantata – Thomas Mann
Uno dei migliori ritratti storici dei primi del Novecento, a mio parere, che conferma la genialità di autore – colosso come Mann che, troppo spesso, vedo sempre meno d’interesse per i nuovi scrittori. Se qualcuno di voi lo ha letto capirà perfettamente la sensazione di “poesia” (perché è anche di questa che si compone la prosa) regalata da questo libro stupendo. Il protagonista, un giovane ingegnere di Amburgo, Hans Castorp, inizia la sua carriera in ambito navale. La narrazione prosegue con la conoscenza di alcuni personaggi che sveleranno, piano piano, caratteristiche e peculiarità della società europea dell’epoca. Nel frattempo, Castorp incuba la tubercolosi e quando viene a galla, il protagonista dovrà rimanere lontano dalla vita sociale e dalle attività per sette anni. La percezione del tempo si dilata e la vita assieme ai malati acquista un’accezione diversa. Vi lascio scoprire da voi l’inaspettato finale. «Scrivere bene significa quasi pensare bene, e di qui ci vuole poco per arrivare ad agire bene. Ogni costumatezza, ogni perfezionamento morale proviene dallo spirito della letteratura»
2. Auto da fé – Elias Canetti
Nel 1935, un uomo, scrittore di questo unico romanzo, si mette alla scrivania e progetta un romanzo che verrà bandito dai regimi nazisti all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Nella Vienna degli anni Venti, un uomo, Peter Kien, vive nel suo appartamento, accompagnato da uno studio matto e disperatissimo (chi sa, sa) e una biblioteca che farebbe invidia a chiunque. Questa apparente sicurezza tra le mura rende forse Kien più vulnerabile di quanto sembra: due personaggi in particolare lo deprederanno di ogni bene, materiale o meno. La seconda parte del romanzo, invece, vede Kien vagare nella fredda città di Vienna, accompagnato dal truffatore Fischerle, ebreo. La terza parte ristabilisce l’equilibrio iniziale con l’arrivo del fratello. Un libro da non perdere sia per le forti tematiche politiche (l’epilogo in cui si descrivono i roghi dei libri), sia per la sensazione di oscurità e malinconia che accompagna ogni parola e che ci immerge in quel lato buio degli anni Venti. «Tutto fa pensare che l’uomo d’oggi sia più che mai estraneo vivente tra estranei, e che l’apparente comunicazione della vita odierna − una comunicazione che non ha precedenti − avvenga non tra uomini veri ma tra i loro duplicati»
3. La lettera scarlatta – Nathaniel Hawthorne
Un classico che, troppo spesso, viene snobbato sia dai lettori che da coloro che compilano liste di libri consigliati. La lettera apposta sul petto di Hester, madre di una bambina non desiderata dalla società del 1600 è Adulterio, ecco la parola esatta sotto la quale “A” Hestervive in lotta con la cittadina di Boston. La genialità di Hawthorne sta nel far parlare il popolo, le comari che utilizzano le malelingue e i pettegolezzi come arma contro la forza interiore di questa protagonista, madre di Pearl. L’amante, Dimmesdale, è un teologo e l’autore lo svela con lentezza così che anche noi lettori possiamo immedesimarci nel segreto che avvolge questa donna fin dalle prime pagine. «La nostra salute morale e intellettuale ritrae un gran giovamento quando ci troviamo obbligati a mescolarci con individui del tutto diversi, che non condividono le nostre aspirazioni e posseggono interessi e abilità, che dobbiam fare uno sforzo per poter apprezzare»
4. Jane Eyre – Charlotte Brontë
Uno dei romanzi di formazione (al pari de Il giovane Holden e oserei anche di Le notti bianche) che preferisco in assoluto. La scrittura della Brontë, direttamente rivolta al lettore, è stata la prima cosa che mi ha colpito. Lo lessi per la prima volta a sedici anni, dopo che mia sorella lo lasciò sbadatamente sulla vetrinetta in soggiorno, e me ne innamorai. Il viaggio della formazione sentimentale scritto sotto forma di autobiografia da Jane, un’istitutrice inglese, insieme al suo padrone e amante Edward Rochester. «Ero in camera mia come al solito, proprio io, la Jane di sempre, in apparenza; nessuno mi aveva colpito, né offeso, né ferito. Eppure, dov’era la Jane Eyre di ieri, dov’erano la sua vita, le sue speranze?»
5. Storie di gatti – James Herriot
Lo so, ho già parlato sia di questo autore sia di libri sui gatti (trovate tutto QUI & QUI), ma adoro entrambi perciò dovrete sopportarmi. Un po’ come Gatti molto speciali della Lessing, Herriot con più ironia ma non meno profondità, racconta una serie di esilaranti avventure che rivelano la natura felina e avventuroso di questi stupendi animali. «Il gatto è un lembo di notte arrotolato sullo spigolo di un tetto»
6. L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello – Oliver Sacks
Non è un romanzo, ma non lo definirei nemmeno un saggio. Si tratta di una serie di casi clinici (quattro per la precisione) che riassumono le disfunzioni neurologiche dovute a differenti lesioni dell’encefalo in altrettanti differenti soggetti. Le analisi mostreranno una serie di reazioni e comportamenti imprevedibili – e dal titolo si può capire il motivo. Il saggio, pubblicato per la prima volta nel 1985 negli USA ha poi riscosso successo con solo un anno di distanza anche in Italia. Ho dovuto leggerlo al secondo anno di liceo e ne ho un ricordo assolutamente affascinate; proprio in questi giorni è “sgattaiolato” sulla mia scrivania e non vedo l’ora di rileggerlo. «Convinto che la visita fosse finita, si guardò intorno alla ricerca del cappello. Allungò la mano e afferrò la testa di sua moglie, cercò di sollevarla, di calzarla in capo. Aveva scambiato la moglie per un cappello! La donna reagì come se fosse abituata a cose del genere»
L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello
7. Dieci piccoli indiani – Agatha Christie
I dieci protagonisti vengono invitati dal misterioso Mr. Owen a Nigger Island, una piccola isola del Devon; attraverso un grammofono i dieci personaggi vengono accusati di aver commesso crimini sulla stessa isola e, seguendo le note di un’antica filastrocca, i dieci piccoli indiani verrano uccisi gradualmente. Ecco, più o meno, la trama di uno dei gialli più avvincenti,a mio parere, della grande Agatha Christie. Avevo letto alcune delle sue storie sbadatamente, quando, due anni fa, trovai questo volume esposto in bella mostra in una piccola libreria. Il classico incipit composta da un omicidio non mi aveva entusiasmata, ma il resto sì. Dov’è l’investigatore? Chi risolverà il mistero? «Nigger Island, rocce odorose d’alghe e popolate di gabbiani a circa un miglio dalla costa. Si era conquistata il nome per la sua forma che rassomigliava a una testa d’uomo: un profilo negroide»
8. Storie di donne nel Medioevo – Maria Teresa Brolis
Attraverso un enorme rigore di metodo, Maria Teresa Brolis spiega la condizione delle donne nell’Età di Mezzo (ve l’ho già detto che è il mio periodo storico prediletto?) attraverso lo studio di dettagli che sarebbero altrimenti passati inosservati e, soprattutto, con un linguaggio semplice e naturale, quasi divulgativo. Quando lessi questo volume mi parve che fosse la mia stessa nonna a raccontare i fatti autobiografici, ecco perché ho inserito questo approfondimento nella lista dei 100 libri da leggere almeno una volta nella vita.
9. La fiera delle vanità – William M. Thackeray
Si parla tanto di questo libro, ma nessuno lo ha mai letto davvero. Anche io sono arrivata in ritardo con i tempi – letto all’inizio di quest’anno – ma avrei dovuto anticiparli. La fiera delle vanità è, a mio parere, uno dei capolavori dell’Ottocento, che racconta con accurata naturalezza le vicende di due passate compagne di studi, Becky Sharp e Amelia Sedley, con ironia e amarezza, attraverso le differenze delle due donne e l’amore che le accomuna. La presenza del narratore è assolutamente prepotente, ma mai spiattellata: l’autore si cela dietro ingannevoli frasi che sbeffeggiano i comportamenti di Becky e Amelia, scavandone però nella mente e nell’andatura dei comportamenti come pochi, pochissimi altri hanno saputo fare. «Se pure coronati dal successo, alcuni sono soltanto degli sciocchi e dei ciarlatani; ed è per smascherarli e combatterli che è stato inventato il riso»
10. Le donne che leggono sono pericolose – Stefan Bollmann
Nel 2007, Bollmann ha deciso di dare un titolo accattivante a un suo libro. Perdonatemi la punta di femminismo (anzi, no, non c’è nulla da perdonare), ma dovevo inserire questo “portfolio di donne” nella lista. Non è un romanzo, né un saggio, nemmeno un libro illustrato, a dire la verità. Si tratta di una raccolta dei più famosi dipinti che raffigurano donne nell’atto della lettura, accompagnati da un approfondimento, forse un commento, che ne spiega il significato più profondo. Sono un’amante dell’arte e non potevo farmelo sfuggire quando lo trovai a metà prezzo in libreria. Ah, esiste anche un “seguito” Le donne che leggono sono sempre più pericolose, ma non ho ancora avuto l’occasione di sfogliarlo.
Le donne che leggono sono pericolose. Ediz. illustrata
11. La variante di Lüneburg – Paolo Maurensig
Vi piacciono gli scacchi? A me no, ma è questo il tema del romanzo che sto per presentarvi. Molti lo conosceranno. La storia di un omicidio irrisolto e il sogno vivido di un uomo che gioca una partita a scacchi con il destino, con la magia, con il futuro. Un romanzo che mi ha letteralmente incatenata alle pagine. La scrittura di Maurensig è affascinante, ti cattura e non ti lascia più andare, ma la trama, ah!, quella è la vera regina di questo pseudo – giallo dai toni esoterici. «Se non fossimo costretti a scegliere, saremmo immortali»
12. La coscienza di Zeno – Italo Svevo
Questa sembrerebbe una scelta scontata, ma sono certa che qualcuno di voi lo ha “by – passato”, per così dire, durante gli studi, mentre io sono convinta che questo “diario” debba essere letto, almeno una volta nella vita. Il rapporto con il padre, il vizio del fumo, le amanti, tutto è perfettamente bilanciato nella su estrema confusione in questo diario clinico scritto da Zeno al suo analista. Un capolavoro che merita di essere letto. «Il tempo, per me, non è quella cosa impensabile che non s’arresta mai. Da me, solo da me, ritorna»
La coscienza di Zeno. Ediz. integrale
13. Un giorno questo dolore ti sarà utile – Peter Cameron
Ho trovato questo titolo vagabondando su Amazon e mi sono lasciata trasportare dalla foga, acquistandolo senza nemmeno leggere la trama – cosa che non faccio poi così di rado. Un libro relativamente giovane, solo otto anni di vita, ad oggi, ma assolutamente imperdibile. Il titolo dice tutto, o forse no. Potrei paragonarlo a un giovane Holden degli anni 2000, ma sarebbe troppo riduttivo. I gusti sono gusti, lo ammetto, ma dovevo inserirlo in questa lista perché mi ha regalato emozioni concrete, dolore, forse, ma anche tanto, troppo, spazio per riflettere. «Io sono anarchico,odio la politica e la religione. Sono anche ateo. Se non fosse una tragedia,mi verrebbe da ridere a pensare che la religione è considerata una forza positiva,che rende le persone buone e caritatevoli. La maggior parte dei conflitti passati e presenti sono dovuti all’intolleranza religiosa»
Un giorno questo dolore ti sarà utile
14. Non lasciarmi – Kazuo Ishiguro
Ho già parlato di Quel che resta del giorno QUI e, anche se, se dovessi scegliere, preferire il viaggio del maggiordomo, Non lasciarmi è comunque un libro che merita, molto. Tre orfani, in un collegio inglese immerso nel verde, crescono accompagnati dall’unica difesa che possiedono: l’amore. Questo sarà il fulcro di un romanzo scritto con la semplicità di Ishiguro e qualche nota orientale che non stono mai con il contesto inglese, multietnico e multi – sentimentale. «Stavo parlando con uno dei miei donatori l’altro giorno, che si lamentava di come i ricordi, anche i più preziosi, svanissero sorprendentemente in fretta. Però io non sono d’accordo. I ricordi che mi sono più cari, mi sembra che non svaniranno mai. Ho perso Ruth, poi ho perso Tommy, ma non perderò i ricordi che serbo di loro».
15. Il codice Da Vinci – Dan Brown
Molti odiano questo autore, molti lo amano. Io sono in una via di mezzo, ma non si può di certo negare che Il codice Da Vinci sia uno dei romanzi (pseudo) storici più venduti degli ultimi anni. Saranno le teorie del complotto a fomentare questa ipotesi o il fatto che un po’ tutti, prima o poi, ci facciamo qualche domanda sulla vita di Gesù, su come quest’uomo abbia vissuto e se esiste o meno una sua discendenza. O forse queste domande me le faccio solo io? «La Bibbia non ci è arrivata per fax dal Cielo»
16. I Malavoglia – Giovanni Verga
Sarà che sono di parte, essendo siciliana, ma I Malavoglia (per chi mastica qualcosa di dialetto) è uno dei libri che sento più vicini a me. Non perché ne condivida i pensieri (l’ideale dell’ostrica, seppur non si possa negare, non è decisamente nelle mie corde di pensiero), ma per la veridicità di ogni singolo, unico personaggio. La famiglia Toscano di Aci Trezza rappresenta quanto di più sublime c’è nella semplicità di un mestiere e nell’ignoranza di un’intera cittadina. Non c’è bisogno che vi descriva il progetto incompiuto del Ciclo dei Vinti di Verga, ma chiunque non avesse ancora letto questo libro deve recuperare. «Quando uno non riesce ad acchiappare la fortuna è un minchione». Accettate questo “francesismo”.
17. Le intermittenze della morte – José Saramago
Saramago non è per tutti, lo ammetto. Non era nemmeno per me, all’inizio, ma con l’allenamento si fanno miracoli, si sa. Le intermittenze della morte è un romanzo assolutamente unico: in una nazione sconosciuta, nessun abitante muore. La Morte ha smesso di compiere il suo “dovere”, ma al di là del confine tutto procede secondo natura. I cittadini sono euforici ma ben presto i problemi vengono a galla. «Ciascuno di voi ha una propria morte, la porta con sé in un luogo segreto sin da quando nasce, lei appartiene a te, tu appartieni a lei»
18. Cattivi pensieri – Paul Valéry
In questo libricino, Valéry ha letteralmente analizzato al microscopio la “cattiveria” del mondo esterno, descritta con distacco anatomico e trasformata in enunciati gelidi e tremendamente validi. Ho amato Quaderni e La creazione artistica, ma Cattivi pensieri è l’unico testo che ho sentito assolutamente vero. «L’intelligenza fa di nulla qualcosa, e fa di qualcosa nulla».
19. Il signore degli anelli – J.R.R. Tolkien
Non c’è bisogno che io vi scriva la trama di questo capolavoro. Mio padre mi ripete sempre che i film hanno rovinato ogni cosa scritta da Tolkien, ma non so se sono d’accordo. Quello in cui credo, invece, è la sua straordinaria capacità di descrivere, quasi fosse un trattato antropologico e geografico, un mondo assolutamente distante come se fosse reale, una storia assolutamente improbabile come se fosse successa ieri, un personaggio assolutamente incredibile come se fosse il nostro migliore amico. Non posso che riflettere gli stessi pensieri su Harry Potter, anche se si tratta di due opere completamente diverse. Leggetelo, entra di diritto nella mia lista dei 100 libri da leggere almeno una volta nella vita. «Dietro è la casa, davanti a noi il mondo, e mille son le vie che attendon, sullo sfondo di ombre, vespri e notti, il brillar delle stelle. Davanti allor la casa, e dietro a noi il mondo, tornar potremo a casa con passo infin giocondo»
20. La vita interiore – Alberto Moravia
Sette anni di scrittura e riscrittura per questo gioiello della letteratura italiana degli anni Settanta. Sette anni, ragazzi! Allora l’editing serve davvero. L’intervista più ispiratrice che io abbia mai letto: in un tempo e in un luogo imprecisato, l’autore pone domande alla giovane Desideria e lei risponde, accattivante, tragica, esagerata, pacata. Tutto nello stesso tempo. Uno dei miei libri preferiti, regalatomi da mia madre in una vecchia e ingiallita versione, rovinata dal tempo e per questo, forse, così vera.
21. Orgoglio e Pregiudizio – Jane Austen
La famiglia Bennet è forse una delle famiglie letterarie che più mi hanno impressionato, più dei Karenin, più dei Bovary, più di Catherine e Heathcliff (pur rimanendo il mio “amore” preferito). Sì, la famiglia Bennet mi ha fatto “paura”, in particolare la signora Bennet e il suo scopo nella vita: vedere le sue due figlie sposate, sistemate. Ma Jane è diversa e vi lascio scoprire il perché. «Chi non cambia mai la propria opinione ha il dovere assoluto di essere sicuro di aver giudicato bene sin da principio»
Orgoglio e pregiudizio. Ediz. integrale
22. Il Maestro e Margherita – Michail Bulgakov
Le persecuzioni politiche al “Maestro” – uno scrittore russo degli anni Trenta –, l’amore per Margherita, la magia, la Chiesa e i Sovietici sono il fulcro di questo romanzo dai toni brillanti e sottili. Ho letto questo libro quando ero davvero troppo piccola: non ne capii nulla, assolutamente nulla. Lo rilessi qualche anno dopo e, come prima, non ne compresi il senso. Qualche altro anno dopo, successivamente ai miei studi letterari e a una conoscenza più approfondita del linguaggio, ne ho potuto apprezzare l’integrità. Ho deciso di iscriverlo in questa lista per il semplice fatto che mi è piaciuto, mi ha donato emozioni e uno spaccato di verità su quel periodo troppo spesso sottovalutato. «Seguimi lettore! Chi ha detto che non c’è al mondo un amore vero, fedele, eterno? Gli taglino la lingua malefica a quel bugiardo! Seguimi lettore e io ti mostrerò un simile amore!»
23. I Promessi Sposi – Alessandro Manzoni
Lo so, nello scorso articolo dicevo che era assurdo inserire Dante in questa lista, ma sui Promessi Sposi concedetemi di fare un’eccezione. Lasciatevi un attimo trasportare dalla trama di questo romanzo storico e dimenticate le lezioni liceali sui narratori e gli archetipi, vi prego. I Promessi Sposi meritano di essere letti davvero, prima, e solo dopo, se volete, studiati. «E s’inoltrava in quell’età così critica, nella quale par che entri nell’animo quasi una potenza misteriosa, che solleva, adorna, rinvigorisce tutte l’inclinazioni, tutte l’idee, e qualche volta le trasforma, o le rivolge a un corso impreveduto».
I promessi sposi. Ediz. integrale
24. Fairy Oak Saga – Elisabetta Gnone
Vi prego, non prendetemi per pazza: lo so che accosto Manzoni con una fatina (Sefelicetusaraidirmelovorrai) ma è la fatina più deliziosa di cui io abbia mai letto e non potevo non dare un posto anche a questa straordinaria saga, forse uno dei primi veri libri che io abbia mai letto per davvero. La storia di Vaniglia e Pervinca, due gemelle magiche e opposte, in una cornice assolutamente fantastica come quella del villaggio di Fairt Oak. Provare per credere!
Il segreto delle gemelle. Fairy Oak: 1
25. Notre Dame de Paris – Victor Hugo
Al tempo di Luigi XI, il primo romanzo di Hugo è uno spaccato storico del basso medioevo nella Francia monarchica. Quest’ultimo libro è entrato in lotta con molti altri contendenti per il posto finale di questa classifica, ma alla fine ha visto alla grande e chi lo ha letto potrà comprenderne il motivo. Una trama coinvolgente, fitta di avvenimenti e di protagonisti – Pierre Gringoire in primis, poeta squattrinato – che vi faranno innamorare. «Ogni bocca di sapiente che fa complimenti a un altro sapiente è un vaso di fiele spalmato di miele»
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Spero che quest’ultima parte vi abbia suggerito qualcosa di nuovo o motivato a rileggere qualcosa che non avevate apprezzate. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Ecco le parti precedenti:
100 libri da leggere almeno una volta nella vita – Parte I
100 libri da leggere almeno una volta nella vita – Parte II
100 libri da leggere almeno una volta nella vita – Parte III
Per quest’anno ho scelto questi 100 libri… l’anno prossimo, chissà?
Quali sono i libri che iscrivereste in questa lista?
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A presto,
Gloria
10 risposte a “100 Libri da leggere almeno una volta nella vita – Parte IV”
Ho provato a leggere la lettera scarlatta in lingua originale ma il mio livello di inglese non era ancora adatto… Jane eyre l’ho letto tempo fa, non ricordo la trama perfettamente, ma che mi era piaciuto si… la coscienza di Zeno a dispetto di tanti altri l’ho letto con gusto… i malavoglia credo di essere la sola 18enne ad averlo affrontato su consiglio del professore… stessa cosa i promessi sposi… orgoglio e pregiudizio bellissimo… grazie di queste liste, sono ottimi spunti di lettura!
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Grazie a te! 😘 Ti consiglio di rileggere Jane Eyre!!
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Lo farò 😊
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3) Intrigante e passionale.
4) Sono indeciso se prenderlo.
5) Non posso perderlo.
6) Letto e riletto, almeno in alcuni passaggi; incredibile quello che può creare (o distruggere) la mente.
7) Misterioso e avvincente.
8) M’interessa.
9) Ne ho sentito parlare spesso, ma sono indeciso se prenderlo.
12) Letto a scuola; per adesso rimane nella memoria.
15) Letto uno, li hai letti tutti: è un autore che ripete spesso lo stessa schema (già successo con “Crypto” e “La verità del ghiaccio”). Questo, comunque, è il secondo della saga.
16) Come il 12.
18) M’ispira.
19) Ce l’ho, ma lo leggerò solo quando mi troverò su un’isola deserta.
21) Lasciato a metà: o lo odio o lo odio.
22) Ce l’ho, ma devo leggerlo.
23) Come il 12 e il 16, ma è stato molto più traumatizzante.
24) Ho anche questo, ma devo leggerlo.
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Jane Eyre è imperdibile, Vittorio! Di Herriot dovresti leggerli tutti. Credo che La fiera delle vanità sia nel tuo stile. Credevo che Il Signore degli anelli fosse già nella tua lista di libri letti e straletti! L’isola deserta non è una brutta idea però… Su orgoglio e pregiudizio posso capirti, ma comunque bisogna fra uno sforzo. Hai Fairy Oak? Oddio, fidati! Bellissimo
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Di Jane Eyre m’ispira l’ambientazione, ma presumo che sia janecentrico; comunque non escludo affatto di recuperarlo.
Fairy Oak mi sembra troppo adolescenziale.
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Decisamente janecentrico (è scritto sotto forma di autobiografia). Fairy Oak è un libro per bambini, per questo non merita di essere letto? Ti assicuro che è una storia dolcissima. Ma se non ti piace il genere è un altro discorso 😊
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L’ha ribloggato su Cristina Simoni.
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Alcuni li ho letti, però non li avrei inseriti nella lista, questione di gusti lo so! Un giorno questo dolore ti sarà utile e La vita interiore mi hanno deluso, soprattutto quest’ultimo, mi aspettavo una reale analisi di come una ragazza ricca possa decidere di diventare terrorista, ma di politica ci ho trovato ben poco, anzi a mio parere è stato un susseguirsi di scene improbabili con una spropositata attenzione sul sesso vissuto in maniera perversa e degenerata. Forse è stata la quarta di copertina della mia edizione che doveva essere più accurata, ma è un libro che non rileggerei.
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sempre di Saramago, L’uomo duplicato
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