“Spesso le anime che rimangono al confine tra la vita e la morte cercano delle pure e semplici risposte”
I dieci racconti che compongono questa raccolta si trovano in bilico tra il razionale e l’invisibile, incastrati nell’eterno limbo che esiste tra verità e finzione, interiorità e annunciazione. Questo volume di Giuseppe Gallato edito Caravaggio Editore è uno di quelli che non fanno altro che sorprenderti, continuamente: ogni volta che credevo di sapere come andava a finire la storia, quella cambiava, mutava inesorabilmente senza mai darsi un attimo di tregua.
L’introduzione alla raccolta, dello stesso autore, mi ha incuriosita fin da subito. Gallato scrive: Cè un interrogativo che da sempre appassiona chi si dedica alla riflessione sul mondo onirico. Qual è la relazione che, in tale contesto, intercorre tra realtà e sogno?
Vi è mai capitato, ad esempio, di diventare coscienti nei sogni? Oppure, meglio, di immedesimarvi talmente tanto in un sogno da credere che sia la realtà? A me capita spesso, ed è così che mi sono sentita leggendo Incantesimi nelle vie della memoria.
Nel secondo racconto, intitolato Il Portatore di Anime, Ron Grey combatte contro i membri della famiglia Khall, cannibali e assassini – che mi hanno ricordato molto le dinamiche di Hannibal Lecter – e viene “aiutato” da una voce proveniente dalla sua mente, la voce di Aeryn. Il guerriero giunge in una camera stipata di cadaveri in cui si scorge una figura esile inchiodata mani e piedi a una delle pareti e, improvvisamente… Aeryn si sveglia. Quell’incubo la tormentava da tempo, ma non sapeva chi fosse Ron Grey; l’unica cosa certa era l’esistenza dei Khall. Vi lascio la curiosità della fine, ma credetemi quando vi dico che Gallato è riuscito a rendere tutti e dieci questi racconti assolutamente imprevedibili.
Non parlerò delle trame degli altri racconti – anche perché sarebbe un’anticipazione che rovinerebbe il gusto della lettura – ma vi dirò il mio pensiero in merito alla scrittura e alla loro struttura.
Come già detto, ogni racconto ha la capacità di sorprenderti, perciò se credete che la storia stia andando in una determinata direzione, verrete catapultati da tutt’altra parte, immersi in un finale che mai vi sareste immaginati. Il racconto omonimo al volume, il terzo in ordine di lettura, dalla trama già di per sé “capovolta”, si rivela ancora più intenso: quando si pensa di aver superato il cosiddetto colpo di scena, ecco che ne arriva un altro, quello vero, che farà comprendere fino in fondo il significato stesso della storia.
Sono racconti incentrati sì sul tema del sogno, ma anche sulla struttura delle relazioni umane, sul coraggio, sull’interiorità. Giuseppe Gallato ha creato una perfetta miscela di personale e pubblico, mostrando le memorie di ogni personaggio e scavando nelle sue personalità (a volte multiple!) e nell’amore che ricorre in ogni racconto, in un modo o nell’altro.
La scrittura semplice non è necessariamente sinonimo di prosa debole, anzi: per comprendere il significato di ogni micro – universo, è necessario che le parole e la loro composizione siano il più chiare e specifiche possibili. E questa è anche una lezione che ci insegna il caro Calvino (QUI per saperne di più).
“Un rintocco risuonò sinistro nell’aria, l’eco dei sussurri si propagò eterno. Il nero diventò scarlatto e poi si tramutò in sangue. Lì, in quella follia, apparve una visione […] L’immagine era distorta e lo indusse a protendersi avidamente in avanti e a scrutare quel tunnel oscuro di memorie sopite, per tanto tempo recriminate” da Rintocchi di Tenebra.
Oltre ai toni fantasy, fantascientifici e thriller, i racconti di Incantesimi nelle vie della memoria sono spruzzati di horror, quanto basta per tenere il lettore sulle spine, fino all’ultimo respiro. Insomma, consiglio questa raccolta a tutti gli appassionati del genere ma anche a chi vuole lasciarsi trasportare in un tempo oltre la realtà, al di là della conoscenza e in grado di raggiungere anche solo una piccola fetta di verità.
Ho assaporato le storie con calma, prendendomi il tempo di inquadrare il filo conduttore che si snoda da un personaggio all’altro, da un segreto all’altro. Alcune volte avrei voluto che il racconto fosse un romanzo, così da scoprire gli antefatti e gli epiloghi di ogni suo componente, ma credo sia proprio questa la forza della raccolta: saper commisurare le emozioni lasciando sempre lo spazio sufficiente per far creare al lettore la propria visione delle cose.
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A presto,
Gloria
3 risposte a “Incantesimi nelle vie della memoria: sogno o realtà?”
Una bella raccolta per Halloween…
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Di solito non leggo un formato così (ci ho provato poche volte e non mi sono divertita) ma questo libro l’hai proposto così bene che mi sento un po’ tentata…
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Consigliato, davvero! Deve piacere il genere. Nemmeno io leggo racconti in raccolte, ma mi sono appassionata fin da subito!
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