Siete voi di città che la chiamate natura. È così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente.
Paolo Cognetti
Mi sono sempre chiesta quale sacrificio debbano affrontare coloro che vivono in città. Certo, tutto bello: negozi, servizi, cinema… ogni cosa a portata di mano. Ma l’odore dei campi chi me lo può togliere? Ah, quel profumo di grano è inconfondibile. Il fiume che scorrazza nella pianura, il ruscello sulla collina e anche le zanzare, sì, le zanzare.
In questo periodo molti si sono mossi a supporto di quello che possiamo definire il movimento “zeropalstica” e altrettanti sono stati gli approfondimenti televisivi, giornalistici e social. Spero che non sia la solita moda, ma che serva ad aprire gli occhi su come stiamo trattando la nostra Terra. Ma la plastica non è il nostro unico problema. Non c’è un Pianeta B, lo sappiamo (e a tal proposito vi consiglio di ascoltare il podcast di Ilenia Zodiaco), e ci rimane poco tempo per salvarlo, senza esagerazioni, è così.
Per questo oggi voglio presentarvi il volume fotografico di Luca Bracali, Il respiro della natura, Silvana Editoriali, uscito in Italia nel 2018.

«[…] Che li si voglia chiamare guardiani silenziosi della vita, oppure amici silenziosi dell’uomo, gli alberi abitano la terra da 400 milioni di anni, iniziando ben prima della razza umana il proprio ciclo vitale. […] l’uomo dovrebbe imparare a rispettarli e, ancor prima, ad amarli. Come fossero i nostri genitori». Ecco, come fossero i nostri genitori. In questo senso, trovo molto azzeccata una citazione, forse Indiana, sul pianeta: “Non ereditiamo la terra dai nostri genitori, ma la riceviamo in prestito dai nostri figli e a essi dobbiamo restituirla migliore di come l’abbiamo trovata”.
Cosa ne pensate? Sento spesso la frase “tanto noi non ci saremo più”, oppure, “lo faccio solo io, che senso ha?” e via dicendo. Credo siano giustificazione insensate. «[…] Il problema sorge quando l’attività umana si intensifica a tal punto che la combustione fossile necessaria per la produzione industriale giunge a dei livelli in cui la natura, e nella fattispecie gli alberi, non riesce più ad assorbire le emissioni eccessive di CO2 prodotte dall’uomo». Si tratta di una questione che riguarda tutti e di cui tutti, tutti, siamo responsabili.
Luca Bracali ci immerge nel meraviglioso respiro della vita, dall’Alaska allo Zambia in un viaggio di 250 fotografie. Ecco qualche spunto, tra le catture da me preferite, per stuzzicare la vostra curiosità.



Luca Bracali (Pistoia, 1965) è un fotografo, esploratore, documentarista, giornalista e docente. Ha viaggiato in 141 paesi per realizzare i suoi reportage, ha pubblicato numerosi articoli su riviste di viaggi e di cultura, e ha firmato quindici servizi su National Geographic. È autore di tredici libri e vincitore di diversi premi in concorsi fotografici internazionali, tra i quali si ricordano nel 2017 Travel Photographer of the Year, Menzione speciale categoria “Earth & Climate” e nel 2018 TIFA Photography Awards, Silver winner categoria “Nature-Aerial”. Il respiro della natura (Silvana, 2018) è uno dei suoi ultimi lavori. Nel 2010 debutta nel mondo della fine-art photography e le sue immagini vengono esposte, in mostre personali, in più di cinquanta musei e gallerie di Roma, Milano, Bologna, Napoli, Sofia, Kiev, Odessa, Copenaghen, Yangon, Montreal, New York e Bruxelles (mostra “Arctic under attack” nella sala espositiva del Parlamento Europeo, 2017). Molto sensibile ai problemi ambientali, in primis lo scioglimento dei ghiacciai e il riscaldamento globale, contribuisce attivamente a queste importanti cause attraverso progetti fotografici in Antartide e in Artide.
Ecco dove potete trovare il suo volume:
Il respiro della natura, Luca Bracali
Il respiro della natura – Amazon
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A presto,

2 risposte a “Libri: Il respiro della natura – le fotografie di Luca Bracali”
Dobbiamo veramente rispettare la natura…vivo in campagna e il contatto con la natura è bellissimo…questo libro è un perfetto regalo per mio marito, anche lui è un fotografo naturalista
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Sono pienamente d’accordo! Anche io vivo in un paesino di campagna e non potrei fare a meno dei coniglietti che scorrazzano in giardino! Il nostro pianeta deve essere salvaguardato!
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