Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa dall’altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.
Milan Kundera
In questo periodo abbiamo capito quanto il contatto, la presenza, la vicinanza possano essere importanti nella nostra vita. A dire la verità, io sono stata fortunata. Tutti coloro che amavo li ho sempre avuti vicino, in un modo o nell’altro. Per questo oggi, quando un po’ ci siamo riavvicinati, voglio parlarvi della poetessa russa Andreevna Gorenko (1889 – 1966).
La sua filosofia, dovuta anche agli eventi traumatici della vita (la fucilazione, nel 1921, del marito Nikolaj), assume quasi la forma della preghiera e ha la caratteristica di ricercare, con parole semplici e precise, qualcosa di buono nell’uomo, un segno di bontà fine a sé stessa, un atto gentile, d’amore, che possa essere sospeso nel tempo e nello spazio.
La poesia che oggi voglio riportarvi si intitola C’è nel contatto umano ed è dedicata all’amico e poeta Nikolaj Vladimirovič Nedobrovo, morto tre anni prima del marito di TBC. Anna fu censurata ed esclusa dall’unione degli Scrittori Sovietici nel 1946. La sua poetica si ispirò a Dante e all’estetismo con un ricordo costante e nostalgico del passato.
C'è nel contatto umano un limite fatale, non lo varca né amore né passione, pur se in muto spavento si fondono le labbra e il cuore si dilacera d'amore. Perfino l'amicizia vi è impotente, e anni d'alta, fiammeggiante gioia, quando libera è l'anima ed estranea allo struggersi lento del piacere. Chi cerca di raggiungerlo è folle, se lo tocca soffre una sorda pena... ora hai compreso perché il mio cuore non batte sotto la tua mano.
Cosa ne pensate?
A presto,
Gloria
