Il termine della prima stesura di un romanzo è un meraviglioso traguardo, lo ammetto. Per questo motivo è giusto avere un briciolo di comprensione nei nostri confronti: siamo scrittori, umani si presume, perciò prendiamoci una pausa.
Una settimana, forse anche due, o un mese per i più pigri. Lasciamo respirare i nostri personaggi e, sopratutto, le loro azioni. Se all’inizio della stesura avevamo le idee chiare, adesso non più, o forse sì, ma non nella direzione che ci aspettavamo. Tutto può succedere nel corso della prima stesura; non facciamoci trasportare dalle emozioni, che solitamente sono di due tipologie:
- Ho terminato la prima bozza del mio romanzo. Fa schifo.
- Ho terminato la prima bozza del mio romanzo. Lo spedisco a tutte le Case Editrici e anche alla prozia di mia cugina in Alabama.
Ecco, evitiamo gli eccessi e concentriamoci sulla revisione del romanzo. In questo articolo parlerò della trama e di come editare, correggere e modificare la successione – cronologica o meno – degli avvenimenti all’interno del nostro manoscritto. Ho già parlato della revisione editoriale dei personaggi qui. Adesso è il turno della trama.
LEGGERE A VOCE ALTA
Quante volte le nostre maestre ci chiedevano di leggere a voce alta i racconti o gli stralci dei libri di testo? Personalmente, leggo ancora a voce alta i libri universitari e, quando non sono in vena, perfino i miei appunti.
Sentire la propria voce è, prima di tutto, un ottimo esercizio di dizione e uso della voce, oltre che di lettura stessa. In secondo luogo, potrete rendervi conto del suono che le vostre parole assumono nell’aria che, vi assicuro, è diverso da quello che assumono nella mente.
Se avete un pubblico – cercatelo a tutti i costi: amici, parenti, conoscenti, il tizio con la barba che beve il caffè al vostro bar di fiducia – l’esperimento riuscirà ancora meglio. Leggendo a voce alta vi renderete conto di un elemento fondamentale: la noia dell’ascoltatore. Se a un certo punto i vostri spettatori inizieranno a arricciarsi i capelli, a sbadigliare e a tirare fuori il cellulare per giocare con le sfere magiche… be’, capirete che qualcosa, in quella scena, li sta annoiando. La tensione scende e il lettore non è più così interessato alla trama.
CREATE UNA SCALETTA NARRATIVA
Voi usate le scalette narrativa? Sono certa di aver sentito questo termine, la prima volta, alle scuole elementari: introduzione, svolgimento, conclusione. Semplice, no? No, avete ragione, non è semplice se applicato a un romanzo di 400 pagine.
Le scalette narrative, o perlomeno quella che utilizzo da parecchi anni, servono non tanto per strutturare la trama – quella, ahimè, arriva con il tempo – ma per revisionarla. Ogni trama deve avere un’inizio (introduzione), uno svolgimento e una fine (conclusione).
Se al termine della prima stesura riuscite a individuare queste tre macro – sezioni, allora siete già a buon punto. Ma non basta. Le macro – sezioni si suddividono in micro – sezioni che contengono gruppi e sottogruppi. Insomma, un bel groviglio di azioni, eventi e sotto – trame.
Personalmente, utilizzo la scaletta narrativa alla fine della prima stesura – della seconda, della terza, undicesima – , ma anche per i manoscritti dei miei autori. Compilo la scaletta il più accuratamente possibile e la utilizzo come termine di paragone per ogni trama.
Qui, vi lascio la scaletta che ho creato con la quale mi trovo comodissima: Scaletta Narrativa – © Gloria Macaluso
DIALOGHI CHE FANNO AVANZARE LA TRAMA
Ogni scrittore deve sapere che un buon dialogo, oltre a creare gioia nella mente di chi legge, può e dovrebbe portare avanti la trama, la storia. Attraverso le parole dei personaggi possiamo dare indizi, anticipazioni, suggerimenti sullo svolgimento della trama o vere e proprie spiegazioni su essa.
Per revisionare la trama della prima bozza, rileggete i dialoghi che portano avanti la trama. Quei dialoghi che rivelano qualcosa sulle azioni o gli eventi rivelati o che devono ancora accadere. Appuntate i dialoghi o sottolineateli con colori differenti a seconda del personaggio o della fase della storia e rileggete solo quelli, poi ponetevi alcune domande:
- Leggendo solo i dialoghi si può intuire l’intera trama?
- I dialoghi sono verosimili e non teatrali?
- I dialoghi si ricollegano a narrazioni / azioni della trama?
- I dialoghi forniscono i giusti indizi e non anticipano in modo eccessivo?
Se le risposte saranno perlopiù positive, allora avrete meno da lavorare su questo aspetto. Altrimenti, mettetevi all’opera e fate in modo che ogni risposta sia positiva.
COERENZA COME MANTRA
Esatto, la coerenza nella trama deve essere il vostro mantra. Ogni azione deve possedere una causa e un effetto e, soprattutto nel processo di revisione, le cause, le azioni e le conseguenze devono essere papabili e palesi. Se la prima bozza è terminata, infatti, ci si aspetta che la narrazione possegga la giusta tensione nel mentre della lettura e non alla fine. Potete lasciare qualcosa in sospeso, ovviamente, ma ogni micro – conflitto deve essere risolto e il conflitto principale deve trovare un suo punto di conclusione (anche se rimangono strade percorribili per un seguito o il secondo, terzo libro di una saga).
Per verificare la coerenza del vostro manoscritto dovete rileggerlo. Rileggerlo più volte e appuntarvi ogni suggerimento e micro – conflitto per poi verificare che siano stati spiegati e risolti.
Un esempio: se disseminate il vostro manoscritti di briciole di pane queste devono necessariamente portare da qualche parte: la casetta di dolci nel folto della foresta deve esistere e, possibilmente, anche la sua strega proprietaria. Se è presente una scheggia luccicante nel fiume, si deve capire cos’è e perché si trova lì. Se un personaggio, improvvisamente, si comporta in modo insolito è necessario spiegare, in seguito, la causa del suo comportamento e a cosa ha condotto.
Per farlo, individuate questi micro – conflitti e indizi e misurate la distanza della loro apparizione e della loro risoluzione (che deve esistere, sempre). Solitamente, se c’è un coltello sul tavolo, prima o poi qualcuno si ferirà: se il coltello appare nel capitolo 1, non aspettate il capitolo 24 per far tagliare il vostro protagonista. Questa dilatazione temporale si può attuare quando gli indizi si susseguono, piccoli ma visibili, e perseguono un unico obbiettivo. Ad esempio, se la vostra protagonista deve scoprire che suo marito la tradisce, potete lasciare lunghi capelli, profumi e macchie di rossetto qua e là nel giro di una decina di capitoli.
Conclusione. Questi consigli sono frutto dell’esperienza con me stessa e con altri autori. La trama è uno dei tre elementi principali del romanzo (insieme a personaggi e ambientazione), per cui ognuno deve trovare il proprio metodo per revisionarla o strutturarla al meglio.
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Voi come revisionate la trama? Utilizzate la scaletta narrativa? Editate i dialoghi? Fatemi sapere cosa ne pensate!
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Qui, l’articolo sull’editing dei personaggi: Editing: revisionare un romanzo – i personaggi
Qui, la scheda del personaggio in pdf per accertarvi che i vostri protagonisti siano ben strutturati: Scheda del personaggio – © Gloria Macaluso
Qui alcuni articoli utili:
Scrittura Creativa – l’ambientazione come sfondo protagonista
Scrittura Creativa – gli elementi di una buona trama
L’ispirazione vien scrivendo – consigli agli scrittori sul processo di creatività
Guida all’editoria – il viaggio del vostro manoscritto
Se volete supportare il mio blog con un caffè, grazie!
A presto,
Gloria
20 risposte a “Editing: revisionare un romanzo – la trama”
Sempre interessante!
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Grazie mille 😊
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Ben detto e molto ben scritto, come tutti gli altri articoli. Un vero piacere leggerti
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Grazie, davvero! Sono felice che ti sia piaciuto!
A presto 😊
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Revisione: un incubo che diventa realtà.
Il romanzo è finito?
Bene: è ora di voltare pagina e di iniziare a scrivere altro.
Tocca farla, certo, ma equivale ad aggiungere anni di galera a una già lunga pena; ho reso l’idea? 😛
Per il resto, io sono un sostenitore accanito e sfegatato della lettura endofasica.
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Hai ragione, Vittorio! Anche se io sono una fan della revisione e amo applicarla la maggior parte della volte, capita che alcuni passaggi si rivelino difficoltosi. Ma ne vale la pena, ne sono sicura.
Mmmh… ma hai mai letto a voce alta? Da solo, magari? In fin dei conti, la nostra storia è fondata sull’oralità e sulla narrazione orale: Odissea, Iliade… ti dicono qualcosa? 😉 Davanti a un pubblico è una prova di coraggio se non lo si è mai fatto da soli, ma anche qui, davvero, ne vale la pena!
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A me piace leggere anche perché è un’attività silenziosa 😀
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Ottimo articolo, come sempre. Sono giunto alla temuta revisione proprio ora. È la mia quinta volta (il quinto romanzo che scrivo), ma è la peggiore: sto scrivendo un bestione terribilmente complicato e il risultato è un pastrocchio ricco di incongruenze. Ora dovrò appianarle una per una, un po’ alla volta, finché non stramazzerò al suolo…
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Che bella immagine! Stramazzare al suolo 😀 Credo di avere un’idea molto chiara di quello che intendi!
Grazie per i complimenti, sono contenta che ti sia piaciuto; rinnovo sempre la mia proposta di una prova gratuita! Un occhio estraneo può essere d’aiuto!
A presto!
Gloria
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Come il cavallo di Montale 😛
Grazie ancora, ma dovrai aspettare. Non posso consegnarti una “cosa” del genere. Appena avrò messo a posto un po’ di cose, sarò felice di usufruire della prova! Sono un po’ pignolo in queste cose (l’editor del mio romanzo che sta per uscire disse di non aver mai visto un romanzo così curato. Non per vantarmi, eh 😛 )
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Esatto! 😀 Perfetto allora, buon lavoro!
E grazie sempre per i tuoi bei commenti!
Gloria
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Grazie a te per gli ottimi articoli 🙂
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Articolo interessantissimo.
La fase di editing è quella che chiamo “lavoro di scalpello”. In effetti, è come se lo scrittore diventasse un po’ uno scultore, lavorando sodo per dare una forma al marmo grezzo. Mettendola un po’ meno sul poetico, è la fase in cui escono fuori tutte le magagne della prima stesura, soprattutto per quel che riguarda la trama. Quando si trovano grossi buchi e incongruenze, ci si sente spaesati e frustrati. Tuttavia, è in questa fase che si riconosce chi scrive per passione da chi lo fa solo per hobby: si cancella, si riscrive, si “uccidono i propri cari” (cit.) e ci si scervella per trovare soluzioni logiche. Solo così può uscire un buon romanzo, non ci sono scorciatoie. Quindi, viva il maledetto editing! 😉
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Non avrei saputo dirlo meglio, Chris! Pienamente d’accordo: è qui che si capisce la differenza tra hobby e passione! 😊
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