Nessuna passione sulla terra, né odio né amore, è uguale alla passione di alterare i progetti di qualcun altro.
Herbert George Wells
Scusate questa frase dissacrante, un po’ antipatica forse, ma sicuramente realistica. Il rapporto tra autore ed editor è un’unione di odio e amore, collaborazione e prevaricazione, che nessuno può comprendere se non si trova all’interno, da una parte o dall’altra. In questo articolo cercherò di spiegarvi come si sviluppa il (mio) rapporto con gli autori, ovvero come si riesca a creare, con fatica, una collaborazione continuativa in grado di portare benefici a entrambe le parti.
Il mio primo approccio con un autore arriva dalla casella di posta. Da una città remota arriva una mail, un messaggio ristretto e timido di qualcuno che mi chiede informazioni sul lavoro di revisione. Mi sono sentita fare le domande più disparate: quando pubblicheranno il mio libro? Lo correggi, ma non togliere le virgole anche se sono tra soggetto e predicato. I miei personaggi sono particolari: i loro capelli cambiano colore da un capitolo all’altro, ma è così che mi piace. In cosa consiste l’editing? Leggerai tutto il libro? Posso avere uno sconto? Quanto ci metterai? E se poi non lo pubblico?
Insomma, una serie di richieste che non sempre trovano risposta (mentre in alcuni casi non dovrebbero proprio essere domandate). Da questa email, la prima cosa che scaturisce, nella maggior parte dei casi, è la poca “informazione” sul mestiere dell’editor (potete trovare qualche dritta in più QUI). Cercherò di chiarire le idee.
- L’editor non è un editore, per questo non assicura la pubblicazione, né tanto meno la risposta di un editore.
- Io non raccomando, né consiglio Case Editrici a pagamento, ma ognuno è libero di pubblicare e inviare richieste a chi preferisce.
- L’editor legge tutto il manoscritto, certo, e lo corregge, certo.
- Le telefonate sono facoltative, ma io aggiornerò sempre per email l’autore sul progresso di correzione.
- I servizi di editing sono diversi e hanno costi diversi.
- Conteggio la cartella editoriale in 2000 caratteri spazi inclusi.
- Le recensioni, dopo l’editing e se il testo verrà pubblicato, sono gratuite.
Una volta chiarite le richieste, ecco che sono solita offrire la “famosa” prova gratuita. Una volta appurato che effettivamente leggo e correggo il testo (che altro, se no?), allora si passa all’azione: la revisione del manoscritto.
Rivedere un testo non è semplice tecnica: l’autore desidera che ogni parola venga compresa, ponderata, aggiustata. Spesso si parte “in punta di piedi” permettendo all’autore di esprimere i propri pareri: come vuole che un testo appaia o come desidera che un’atmosfera perduri. Una volta approvata la collaborazione, l’editor deciderà la durata (ragionevole a seconda della tipologia di intervento) di un lavoro. Personalmente, se devo affrontare un editing leggero su un romanzo di circa 145 cartelle editoriali, le tempistiche variano dai 30 ai 45 giorni.
Una volta preso il ritmo corretto, allora il resto del lavoro sarà più semplice e scorrevole… almeno fino alla fine. Sì, perché l’editing non termina quando con fatica si elimina l’ultima virgola tra soggetto e predicato, ma quando tutto viene riletto, riletto, riletto e… riletto. Semplice. Una delle poche ma fondamentali regole di un editor (o, almeno, uno dei miei pilastri) è la rilettura.
Ecco un esempio di editing leggero su un testo. La schermata illustra come l’autore visualizzerà le correzioni e i miei commenti. I commenti sono in ordine di modifiche.

Durante il processo, sono solita fissare delle telefonate con cadenza ogni 15 giorni circa per poter discutere sul alcuni punti o incoerenze del testo. A volte, poi, gli autori preferiscono dei documenti redatti al posto delle telefonate. Tutti questi “appuntamenti” hanno una doppia funzione: informare l’autore dei progressi, errori e incongruenza del testo e registrare gli aggiornamenti e le scelte editoriali prese passo dopo passo.
Sapete, spesso si crede che chi lavora su un testo scritto da altri non abbia sentimenti e pensi unicamente alla correzione formale. Non è così. Io mi appassiono agli scritti che correggo, inseguendo le emozioni dei protagonisti e quelle degli autori che tento sempre di conoscere in profondità per instaurare, oltre che un rapporto professionale, anche un legame di amicizia. Siamo artisti in fondo, no?
Spero che questo piccolo articolo abbia chiarito alcune idee; se avete altri dubbi o qualche domande da pormi scrivetemi a editorgloriamacaluso@gmail.com
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A presto,
Gloria
8 risposte a “Editor & Scrittore: come si collabora durante l’editing”
Informazioni utilissime, grazie!
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Grazie a te! 😊
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[…] già parlato del processo di editing e dell’organizzazione necessaria (QUI o QUI). La revisione può essere un marasma confuso e disordinato poiché quando si rilegge e si […]
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