Di “metodi” per strutturare la trama di una narrazione ce ne sono infiniti e, una volta capito che cos’è la trama (QUI, QUI & QUI) possiamo sperimentare con le infinite opportunità che le storie ci offrono.
Oggi vediamo 4+1 metodi possibili che spero vi possano aiutare per alimentare la vostra ispirazione.
La cronologia dei fatti
Il metodo “classico”, ma in realtà non così diffuso come si crede, utilizza lo stampino, chiamiamolo così, della cronologia di trama; si tratta del vecchio e caro intreccio composto dai singoli fatti (concatenati in un rapporto di causa/effetto e azione/reazione) che movimentano la storia.
Per lavorare alla struttura della trama attraverso l’intreccio è d’obbligo avere chiari almeno i tre punti principali: inizio, climax del conflitto, fine. Immaginati questi – seguendo la struttura in tre atti – bisognerà lavorare a una scaletta per punti (ne ho parlato QUI) che analizzi dapprima il canovaccio della narrazione, e poi i singoli elementi (capitoli, scene) attraverso descrizioni dettagliate di come avvengono le scene, come mutano i personaggi, cosa si dicono, come agiscono e quali sono le conseguenze.
Con questa scaletta alla mano (che, lo voglio ricordare sempre, non è una gabbia ma una guida) potrete iniziare a scrivere.
Inizio dalla fine
All’inizio di questo 2023 ho letto un libro stupendo che si intitola Immaginare le storie. Atlante visuale per scrittrici e scrittori (Mozzi, Durante per quelli di Johan&Levi QUI) che mi ha ricordato una cosa davvero importante: sono le conseguenze a generare le cause.
Dunque, perché non partire a pensare dalla fine di un romanzo? In fin dei conti, la trama deve puntare al finale e non viceversa. Per strutturare la trama dobbiamo decidere, prima di tutto, il punto d’arrivo. Dove, come e perché la storia si conclude proprio lì. Dopodiché fare un percorso al ritroso, all’incontrario, che possa immaginare e inventare le cause che hanno generato quelle conseguenze.
Una donna si butta sotto un treno. Perché lo ha fatto? (vi ricorda qualcosa?)
Lavorando al ritroso potrete strutturare le scene e i capitoli scrivendone i dettagli, e utilizzare (proprio come nel metodo cronologico) il canovaccio che ne verrà fuori come guida di scrittura vera e propria.
Un appunto, però: così come la fine, anche la scelta dell’inizio non è da sottovalutare. Spesso, da dove inizia una storia ci dice molto di dove andrà a finire.
Punto focale e conflitto
Sappiamo che una storia non si può definire tale senza un conflitto (oh, ne ho parlato moltissimo QUI, QUI & QUI). Il conflitto è l’obiettivo, il desiderio o l’ostacolo che la/il protagonista deve superare, vincere o risolvere.
I conflitti sono di diversi tipi (interno, esterno, desiderato, evitato, di presente, di antefatto ecc.) e possono convivere in numero potenzialmente infinito all’interno di una storia. Ma. Ma il conflitto principale è solo uno, e deve essere quello più “pericoloso”. In Anna Karenina il conflitto principale della protagonista è la colpa del tradimento. Partendo da questo, potete creare una struttura a mappa che si dirami in più direzioni per creare la storia.

Battito d’ali
Immagino conosciate già la teoria del battito d’ali. Una farfalla vola a Roma e genera un uragano a Hong Kong. Ecco: avete mai provato a creare una linea di eventi che si riflettano, trascinandosi dietro e mozioni e fatti, per tutta la storia?
Iniziate scrivendo di un evento apparentemente di pochissima importanza. Da lì, create una catena di conseguenze sempre più rischiose, dove la posta in gioco sale vertiginosamente ed esponenzialmente. Raggiunto il punto culmine (il più pericoloso) arrivate alla risoluzione del conflitto e al “ritorno a casa”, se vogliamo citare Campbell e Vogler, oppure alla semplice conclusione (ché non tutte le storie – vi prego! – devono seguire pedissequamente il viaggio dell’eroe).
Una volta conclusa la catena, sfrondate gli eventi che possono essere sostituiti o riassunti a sommario e usate il canovaccio che ve ne deriverà come guida alla scrittura.
+1 Miscellaneo
L’ultimo metodo per strutturare la trama è, in realtà, un mix di tutti i metodi precedenti. Le quattro tecniche, però, hanno ognuna uno scopo ben preciso:
- iniziate con il metodo cronologico e individuate l’incipit;
- lavorate, adesso, al ritroso, dalla fine: assicuratevi che ogni conseguenza sia motivata (dunque generate da una buona causa);
- con le cause sottomano, sfruttate il metodo battito d’ali per individuare il punto più pericoloso;
- infine, fate di quel punto il vostro conflitto di climax e analizzatelo nel dettaglio per caratterizzare i personaggi.
Ed ecco tutto, per oggi.
Che ne dite? Avete mai usato una di queste “tecniche”?
Appunto importante: ovviamente, questi metodi devono sempre essere modellati sulle storie e sul vostro modo di scrivere. Non esistono regole uniche e la sperimentazione è spesso la carta vincente.
A presto,
Gloria
